Chiuso per furia

F A M E - Cap. 2


 132 chiliQuesta stronza malefica non viene più. Come cazzo pensa che possa fare, io? Non c'è quasi più niente di commestibile, mi è toccato anche scongelare uno schifo di verdure in busta: neanche lo sapevo di averle nel congelatore, sarà sicuramente stata un'idea di quell'idiota di Luca. Lui e il suo cazzo di mangiare sano. Ci ho dovuto mischiare un barattolo di maionese solo per riuscire ad avvicinarle alla bocca.Ho finito i biscotti, i crakers, i grissini e i taralli. Ho terminato le scorte di pasta e i sughi, e non c'è nemmeno più un pezzo di formaggio in tutta casa. Però non posso uscire per fare la spesa. Non posso rischiare gli sguardi della gente. Non mi lavo la faccia da non so più quanto tempo, né i denti, né i piedi e il mio corpo inizia a emanare uno strano odore di marcio, come tutto il resto qui dentro. Ma non posso lavarmi. Prima devo trovare qualcosa da mangiare, e poi nella doccia non ci entro più.Il piccolo piange, piange, piange. Queste urla continue mi divorano il cervello, mi trapanano fin dentro l'anima, non le posso sopportare. Non capisco che abbia da piangere. Lui almeno non può lamentarsi. Son io qui quella che rischia di morire di fame. Lui no, ha il latte di sua madre. E di quello ce n'è in abbondanza in questo mastodontico seno che sovrasta la mia mole enorme. Forse posso usare il tiralatte e berne un po' anche io. Se fa bene a lui, farà bene anche a me. E' mio dopotutto. Sì, un po' di latte autoprodotto placherà questa fame.