Chiuso per furia

F A M E - Cap. 3


 147 chiliStamattina è stato più difficile alzarsi. La sindone qui, non voleva lasciarmi andare. Le lenzuola sono sul letto da così tanto tempo che non trattengono solo più la mia forma impressa, ma anche un po' della mia anima spremuta nella loro trama lisa. Alzarsi è diventata un'impresa.Dalla stanza di là non arriva nessun rumore, il bambino non piange più. Ad un certo punto stanotte ha smesso, così di botto. Deve essersi addormentato. Dopo colazione andrò a vedere.Si è addormentato. Ma per sempre. Chissà perché ora che non frigna più e che il suo corpo non è più così caldo, riesco anche a tirarlo su dal lettino. Non ha un buon odore, ma ho mangiato cibo peggiore ultimamente. Non è morto nemmeno da tanto tempo, è più fresco di alcuni tagli di carne che mi portava Anka dal macellaio, ho sempre saputo che faceva la cresta sulla spesa e che mi rifilava merda di quarta scelta. Ma la fame ha sempre avuto il sopravvento.Lesso? Spezzatino? Arrosto. Devo stare calma. Pensarci bene, non posso rovinare tutto. Ci sono molti modi di rovinare un arrosto, diceva sempre mia madre. Ma la carne arrosto trattiene meglio i liquidi, è più morbida, sazia di più. La fame mi offusca, lo mangerei anche crudo.Devo stare calma, concentrarmi, scegliere per il meglio. Potrebbe essere l'ultimo pasto decente che faccio. Sorrido: a qualcosa di buono servirà e alla fine tutto quel latte che mi ha rubato non sarà andato perso.Sì arrosto. Tiro fuori la teglia. Peccato non avere patate per contorno.