Cosa dire e cosa no

Carlo Giovanardi (Wikipedia)


Nel dicembre 2005, durante un'intervista a Radio24, Giovanardi afferma di non essere dipendente di nessuno se non dei suoi elettori. Questa dichiarazione gli è valsa una richiesta di dimissioni da parte del comico Beppe Grillo in quanto, secondo l'articolo 67 della Costituzione Italiana, "ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione", non soltanto la parte dei propri elettori[1].Legge Fini-Giovanardi sulle drogheNel febbraio 2006 riesce ad inserire la nuova legge sulle droghe (cosiddetta Legge Fini-Giovanardi) all'interno del pacchetto sicurezza per i XX Giochi olimpici invernali che si svolgono in Italia. Con tale legge le droghe leggere, come la cannabis, vengono equiparate a droghe pesanti quali eroina o cocaina, ed introdotte sanzioni penali anche per i consumatori, sanzioni che erano state cancellate dal Referendum popolare del 18-19 aprile 1993 in cui si sancì la non punibilità dei consumatori [2].Alle elezioni politiche del 2006 viene rieletto deputato per l'UDC. L'opposizione a Casini al III Congresso UDC (2007)Nell'aprile 2007 è il protagonista della mozione che sfida la maggioranza di Pier Ferdinando Casini e Cesa nel III Congresso dell'UDC. Giovanardi, a dispetto della linea seguita dal partito di dichiararsi autonomo dalla Casa delle Libertà e di intraprendere iniziative indipendenti nell'opposizione al centrosinistra, chiede una riapertura al dialogo con la CdL (e in primo luogo con Forza Italia e Alleanza Nazionale), in nome del comune essere alternativi alla sinistra, e di avviare un percorso di collaborazione con tutti i soggetti che aderiscono al Partito Popolare Europeo e si richiamano all'area politica di centro[3]. La candidatura di Giovanardi alla segreteria del partito ottiene il 14% dei consensi[4].A novembre 2007, in seguito all'annuncio della nascita del Popolo della Libertà lanciato da Berlusconi, Giovanardi afferma di mostrare interesse verso il nuovo progetto e l'area da lui sostenuta vota, nel consiglio nazionale dell'UDC, per l'adesione al nuovo partito. La posizione si rivela minoritaria e il 4 febbraio 2008 Giovanardi decide di lasciare l'UDC fondando il movimento dei Popolari Liberali[5] per aderire al PDL perché, dice, «con la nostra storia vogliamo essere una componente della costola del PPE che nascerà in Italia».Alle elezioni politiche italiane del 2008 è eletto Senatore nelle liste del PDL in Emilia Romagna.Da maggio 2008 è Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alle politiche per la famiglia, al contrasto delle tossicodipendenze e al servizio civile.Il proibizionismo in tema di drogheA maggio 2008, in un'intervista al sito dei Circoli della Libertà, Giovanardi afferma l'intenzione di introdurre una legge che proibisca tout court qualsiasi manifestazione antiproibizionista : "Vogliamo dire basta alla cultura della droga. E per farlo vogliamo introdurre nell'ordinamento una norma che impedisca di fare propaganda, anche indiretta, a tutte le droghe, comprese quelle cosiddette leggere [...] Oltre a insistere su prevenzione e formazione, e ad avere invitato prefetti e questori a vigilare e attivarsi con determinazione per contrastare queste irresponsabili iniziative, ci impegneremo a trovare gli strumenti normativi più idonei per non permettere più che manifestazioni propagandistiche come la tre giorni sulla canapa a Bologna possano svolgersi liberamente."La vicenda di Stefano CucchiIl 9 novembre 2009 Giovanardi afferma a Radio 24[7] che la morte di Stefano Cucchi, giovane deceduto in carcere a seguito di un arresto per possesso di 20 grammi di cannabis, le foto del cui cadavere dopo l'autopsia, diffuse dai genitori, ne mostrano il corpo segnato da evidenti lesioni, traumi e fratture, sia avvenuta a causa "della droga", in quanto "anoressico, drogato e sieropositivo"[8][9] L'11 novembre Giovanardi si è scusato in una intervista a RadioDue con la famiglia del giovane