Headless_Horseman

Ci Vediamo Lassù


Percorri il viale ricoperto di ghiaia e di foglie morte lasciandoti alle spalle il vecchio edificio di cemento e acciaio e raggiungi l’uscita che dà su Viale Monterosa dove t’imbatti in un piccolo esercito di parenti che aspetta l’uscita di un ragazzotto più o meno della tua età e quando questo spunta avviluppato in un cappotto di goretex con la faccia magra e sciupata come la tua scoppia un applauso che coinvolge pure un paio di passanti che non c’entrano niente e senti crescere lo sconforto soprattutto quando un volantino appeso a un palo ti informa di un mancato rinnovo contrattuale per gli autoferrotranvieri. Guardi la fila di persone stretta lungo il marciapiedi e decidi che non ti va di prendere un taxi ti va invece di girare a piedi per la città la tua borsa non pesa molto e così attraversi la strada e t’inoltri nel lucore di un sole al neon che sbiadisce su traffico freddo e nervosismo e prima di girare l’angolo ti volti un istante e dai un’occhiata all’ospedale sperando di non doverci più tornare e intanto pensi a Sauro che è rimasto dentro lui sì senza una speranza nemmeno piccola come la tua. Ti sforzi per rammentare il numero del Bancomat estrai le banconote e le infili nel portafogli senza contarle entri in un bar e ordini una cioccolata calda che ti scivola densa e vera lungo l’esofago non quella merda dell’ospedale sputata fuori dalle macchinette ti fai dare un bicchiere di Ferrarelle e tiri giù alcune pastiglie di Tecretol poi per il resto del pomeriggio deambuli per le strade le piazze le gallerie commerciali evitando la tua immagine glabra ed emaciata riflessa negli specchi dei negozi alla moda trascorri diverse ore nel Virgin Megastore di Piazza Duomo e solo verso sera ti ritrovi davanti al portone di casa tua dove senti provenire dall’interno la voce rauca di un cantante e la tua mente corre in un baleno all’unica persona che possiede l’altra copia di chiavi e tutta una serie di ipotesi ti vengono incontro con la violenza di una sberla decidi che è molto meglio se suoni il campanello e aspetti che Silvia ti venga ad aprire. Lei ti fa ma non dovevi uscire tra una settimana e tu le spieghi che i dottori ti hanno dimesso in anticipo e che non hai fatto in tempo a telefonare anche se a farlo veramente non c’hai proprio pensato Silvia ti chiede come stai e come ti senti e tu rispondi bene-bene vi sedete sul divano e noti che ha cambiato il colore dei cuscini e c’è in giro un disordine strano per lei che ti chiede se vuoi una birra e tu le rispondi di no. Dice allora faccio un tè e sculetta fino in cucina mentre tu sfogli le pagine di una Gazzetta e le chiedi da quando segue lo sport e per quale motivo ha comprato i dischi di Ligabue ammucchiati sullo stereo ma sottovoce apposta per non farti sentire e quando torna posando le tazzine sul tavolo Ikea e dice che per studiare è dovuta scappare dal casino di casa sua tu la rassicuri che ha fatto bene a rimanere pure in tua assenza e lei ti accarezza il collo ti bacia sulla fronte ma non c’è niente di sessuale in tutto questo.Da "Ci vediamo Lassù" di Michele Pellegrini - soggetto racconto vincitore del premio Solinas da cui è stato tratto il film "UNO SU DUE" di E. Cappuccio con Fabio Volo