Non siamo qui

IL SEGRETO

Si muove liquida questa forza, rompe gli argini della pelle ed esplode. La ho dentro agli occhi, ed è un abbraccio caldo d’azzurro e verde. Lo so, lo so, ho parole troppo grandi che non riesco a dire, perché tu possa trovare una risposta adeguata; non c’è bisogno di rispondere, che poi non c’è proprio nulla da dire, basta che ci sei. Il segreto è tanto semplice, così piccolo, come una biglia di vetro e si corre il rischio di perderla. Accade ogni giorno, dimenticata in una vecchia giacca smessa con l’arrivo della nuova stagione, ma , lo sappiamo entrambi, tornerà nuovamente quella stagione, quella vecchia giacca e con essa tornerai finalmente anche tu.

Cose eRose nel mio giardino 7

… quel uomo venne accolto in casa, era sera inoltrata. Aveva  un fucile in spalla, ed io non capivo. Aveva una arma ma non sembrava essere venuto per arrecarci danno, perché tutti sorridevano, avevano negli occhi la festa. Un brivido di irrequietezza s’annidò lungo la schiena. Corsi da te amico mio, gigante buono a cui non ho mai voluto dare un nome, perché non avevo bisogno di chiamarti per sapere che c’eri. Ed ogni volta che volevo essere con te, mi bastava venire alla fossa recintata di pietre ammassate. Un’intesa fatta di sguardi, ti ho nutrito con queste mie mani. Il tuo grugnire simile ad una risata sguaiata, la tua fame insaziabile ed il fango. E pensare che per paura che tu potessi farmi male, mi avevano detto che i maiali erano simili agli orchi cattivi che divoravano i bambini. Ancora non sapevo che gli orchi non esistono, o meglio , semplicemente si chiamano uomini. E quel uomo ci raggiunse al recinto…ho paura, si avvicina al mio amico. Il compagno di mille giochi. Gli strillo di correre via. Non può sfuggire. Ti preme la canna del fucile sulla fronte e fa fuoco. Sento il tuo pianto amico mio, e gli alberi stessi vorrebbero essere altrove per non vedere. Poi stramazzi per terra nel fango come un palazzo fatto saltare. Non posso guardare. Mi strappano via da te. Ti issano capovolto, penso al Cristo ed al monte Calvario. Affondano il coltello, ti sgozzano alla vista di noi bambini, e ti lasciano appeso a dissanguare. Da allora mia sorella non mangia più carne di maiale. Io invece, amico mio, ho mangiato il tuo cuore a quel banchetto, perché era quello il giorno in cui, parte della mia infanzia sarebbe morta con te. Quello il giorno in cui avrei dovuto crescere e diventare adulto, mi dissero, ed io capii che per crescere bisognava essere crudeli. Noi eravamo gli orchi, ed avevo il pianto dentro agli occhi e il rimprovero di tutte le creature del mio regno in declino. L’ottava rosa è per te amico mio che fosti per me come Cristo che si fa carne e ci redime dai nostri peccati e dalle nostre crudeltà.

Cose eRose nel mio giardino 6

… fagocitano fameliche mandibole. Un assordante rumore nel micro-universo ai nostri piedi. Denti e tenaglie e tagliole; aggrediscono bocche che macinano poltiglia verde. Dilaniano voraci insaziabili. L'Ordine Arancio. Un esercito di insetti ci attornia. Scivoliamo lungo i filari, nei solchi tracciati viene sospinta tramite pompe, l'acqua. Noi bambini, piccini, posiamo nel fiume le nostre barchette di carta che recano sullo scafo i nomi dei nostri sogni. Corre la gara, che si incanala dietro ai nostri schiamazzi , in questi canali tra gli alberi di frutta verde. Noi, ora in piedi, giganti, ci dichiariamo una guerra. Mangiando bacche  e scagliandoci contro le bucce. Mai nessuna guerra nella storia dell'uomo ha portato il sorriso. Quella dei bimbi nel giardino di fave, sì. Allora, come ancora oggi, seppure solo nei nostri ricordi. La settima rosa è per tutti i caduti nel campo degli affetti e per le conquiste a venire.

Cose eRose nel mio giardino 5

… e quella volta quando si fecero guerra ai piedi della fortezza di tufo eroso, il popolo delle lucertole e l’invasore popolo dei gechi? Ricordi di chi fu la colpa? Fu soltanto nostra, con la motivazione di rifare di sana pianta la baracca dove riponevamo la legna accatastata, alla fine finimmo per sfrattare i gechi. Enormi arroganti sauri dai movimenti a scatti simili a quelli degli epilettici. Se ho ribrezzo e paura di un animale, quello è il geco. Niente poterono le lucertole, di fronte a quelle bocche spalancate e voraci, e caddero parecchie code prima dell’invasione  e del nuovo insediamento. Qualcuno patteggiò e gli alloggi si divisero, come madre natura assegna. Il giorno alle lucertole, la notte e le tenebre all’odiato geco. Ricordo combattei anche io in quella battaglia al fianco delle verdi armate.

La sesta rosa è per quella pace e per il posto che spetta ad ognuno di noi in questo mondo.

errore

piango e dico cazzate,
piango e faccio ahahahah,
piango e vedo cose che non vorrei vedere.
ho sempre pensato che non volesse…invece non voleva me.
è finito un periodo, è finita un'epoca, è finita.
voglio farmi del male, soffrire per qualunque altra cosa ma non per quella.
ho perso, sconfitta, annientata,
non mi pento, no, lo rifarei.
uno dei miei mille cuori è andato in frantumi
ora ho bisogno di amici