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Un blog creato da Philippandia il 25/03/2005

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"Siamo tutti guerrieri nella battaglia della Vita, ma alcuni conducono, altri seguono."Kahlil Gibran

 
 

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Post N° 87

Post n°87 pubblicato il 30 Novembre 2006 da Philippandia

immagineQuello che sei

Quello che sei
mi distrae da quello che dici. 
Lanci parole veloci,
pavesate di risa,
invitandomi
ad andare dove mi porteranno.
Non ti presto attenzione, non le seguo:
sto guardando
le labbra da cui sono nate. 
Intanto guardi lontano.
Fissi lo sguardo laggiù,
non so in cosa, e già si precipita
a cercarlo la tua anima
affilata, come saetta. 
Io non guardo dove guardi:
io ti vedo guardare. 
E quando desideri qualcosa
non penso a quello che vuoi
né lo invidio: è il meno.
Ciò che ami oggi, lo desideri;
domani lo dimenticherai per un nuovo amore.
No. 
Ti aspetto oltre qualsiasi fine o termine
 in ciò che non deve succedere.
Io resto nel puro atto del tuo desiderio, 
amandoti.
E non voglio altro... 

che vederti amare.

Pedro Salinas


 
 
 

Post N° 86

Post n°86 pubblicato il 21 Novembre 2006 da Philippandia

immagineScrivere di poesia..perchè?

Un'arte che invita a un incontro più autentico con se stessi: "Walt,  tu  hai  molto dentro di te, perché non lo getti fuori?", ha scritto Walt Whitman all'inizio della sua realizzazione personale come poeta (Song  of  myself,  XXV).  

 

 Scrivere poesie non è un arte d'elite o una competenza alla portata di pochi, è, invece, una modalità espressiva alla portata di tutti una volta compreso il suo segreto. Il segreto è l'abbraccio, il calore, il colore, l'allargamento degli orizzonti, prima di tutto interiori. Il segreto è oltrepassare i limiti che questa nostra cultura sembra imporci di rimanere focalizzati solo sul  linguaggio della mente, sulla sfera razionale, sul  rigore mentale e la logica stringente. La poesia irrompe in questo spazio coerente e ordinato con immagini che esulano dalle regole del linguaggio quotidiano per richiamare in primo piano emozioni, sensazioni, sogni, speranze, ideali, passioni, desideri, speranze, timori, aspettative, intuizioni, aneliti, ideali, gioie, dolori... tutto quello che non trova mai spazio nelle conversazioni formali con amici e colleghi e quindi che non trova mai spazi per uscire.

"Hai  molto dentro di te, perché non lo getti fuori?" si dice Walt Withman, ma il suo è un appello valido per ognuno di noi. E come "gettarlo fuori"? La poesia è uno dei modi.

La poesia rompe le regole non scritte e ingenuamente pensate invalicabili, spalanca le porte del possibile e allarga immensamente l'attenzione e la sensibilità oltre confini mai esplorati. La poesia ci rende consapevoli che il mondo è molto più grande di quello che ci hanno insegnato a percepire e che possiamo inventarlo e reinventarlo in ogni momento, semplicemente decidendo da quale parte guardarlo e farlo guardare. La poesia è rivoluzionaria, perché mette in gioco l'ordine costituito, facendo intravedere nuove possibili letture della realtà.

 

 

Le poesie non le scriviamo per gli altri, le scriviamo per noi. Ed è un gesto di grande intimità condividerle, espressione del desiderio di farsi conoscere e riconoscere per ciò che si è, tutti interi e non solo la facciata che gli altri sono abituati a vedere. Scrivere poesie è un momento dedicato a noi stessi e farle leggere è allo stesso tempo un dono per gli altri e una affermazione di interezza e autenticità per sé. .......da Phill

 

 

Dedicato ad una poetessa.....dedicato a Kiku

 

 

 
 
 

Post N° 85

Post n°85 pubblicato il 14 Novembre 2006 da Philippandia

...

Sentirti sul mio cuore

..Avere un pensiero unico,assiduo, di tutte l'ore,di tutti gli attimi; non concepire altra felicità che quella,sovrumana,irraggiata dalla sola tua presenza sull'essere mio; vivere tutto il giorno nell'aspettazione inquieta,furiosa,terribile,del momento in cui ti rivedrò; nutrire l'immagine delle tue carezze,quando sei partita,e di nuovo possederti in un'ombra quasi creata; sentirti,quando io dormo,sentirti sul mio cuore,viva,reale,palpabile,mescolata al mio sangue,mescolata alla mia vita; e credere in te soltanto,giurare in te soltanto,riporre in te soltanto la mia fede,la mia forza,il mio orgogliimmagineo,tutto il mio mondo,tutto quel che sogno,e tutto quel che spero. 

D'Annunzio

 
 
 

Post N° 84

Post n°84 pubblicato il 10 Novembre 2006 da Philippandia

Interpretare un sogno 

 

"I sogni sono la via regia verso l'inconscio", diceva Freud. Un invito a prenderli in considerazione come messaggi dal profondo, o dalle altezze, come una traduzione in immagini e simboli di ciò che già sappiamo intuitivamente.  

 

 "Per tutti noi che viviamo nel mondo ordinario, la mente che sogna può aggiungere un intera dimensione di saggezza alla vita, che equivale alla scoperta di un maestro interiore esistente in ciascuno di noi".

immagine

Ann Faraday psicoterapeuta statunitense:

Non è necessario "saper interpretare" i sogni per arricchirsi del messaggio che essi spesso ci inviano col loro linguaggio simbolico. Come scrive Jung, "nessun simbolo onirico può essere separato dall'individuo che lo ha sognato, e non esiste una interpretazione certa o diretta di nessun sogno". L'importante è partire dal presupposto che sono sempre pertinenti alla vita del sognatore; che siano semplicemente prodotto di fantasia, espressione di desideri o suggerimenti evolutivi. Basta dar loro un po' del nostro tempo, della nostra attenzione e anche della nostra intuizione e potranno facilmente essere letti a diversi livelli di significato e diventare spunto di crescita.

 

L'immagine è un mezzo di comunicazione privilegiato con il vasto bacino dell'inconscio ed è l'interprete più efficace per dialogare con le profondità della persona; ha la capacità di trasformare il proprio vissuto in mito, di creare storie ed eventi che rappresentano pittoricamente la realtà interiore.

Marcella Danon

..cosa tormenta i vostri sogni?...li ricordate?..Phil

Libertà malata  dipinto da Dreand

 

 

 

 

 
 
 

Il piacere di pensare

Post n°82 pubblicato il 04 Novembre 2006 da Philippandia

Noi oggi tendiamo a dimenticare che l'anima non è solo dentro di noi, ma anche fuori di noi. E quando siamo in un giardino, che si tratti di un giardino asiatico o di un giardino alla francese o di qualunque altro tipo di giardino,si manifesta qualcosa dell'"anima mundi". L'Anima del Mondo si rende visibile e, anzi, si mette in mostra."

Con questa riflessione si apre l'ultimo libro di James Hilman, "Il piacere di pensare". Una domanda sorge spontanea: perché proprio il giardino come immagine per l'anima, invece, per esempio, di far riferimento a tutta la natura?immagine

Perché il giardino è una metafora della nostra psiche - spiega Hillman -, con questo delicato e sapiente intreccio di selvatico e di controllato, di spontaneo e di modellato.
Perché la sua ricchezza e complessità, data dall'intreccio dei sentieri, dall'alternarsi di prati fioriti e alberi verdeggianti, dalla vitalità fontane e cespugli colorati, rispecchia la nostra natura interiore.

Tutto ciò che accade nel giardino, nell'arco delle stagioni, accade anche nella psiche: "La caduta delle foglie, la paralisi della vita durante l'inverno, lo schiudersi dei germogli, il movimento dell'acqua tra le rocce. Sono tutte esperienze che anche l'individuo fa, solo che le esprime con i concetti complessi della psicologia, mentre il giardino le esprime con il linguaggio della natura."

Il giardino diventa così quella che Jung chiamava la "psiche oggettiva". Con i suoi punti più luminosi e quelli più nascosti, i suoi aspetti più curati e quelli magari trascurati, i suoi punti di forza, da cui attingere energia nei momenti di maggior vulnerabilità, e con i sui limiti, quelle parti di sé su cui ancora è necessario lavorare per raggiungere una maggior armonia, un equilibrio tra tutti gli elementi del giardino.

Sì, perché l'anima, come il giardino, "va fatta", usando un espressione cara a Socrate, nel senso che va coltivata. "Richiede attenzione. Richiede bellezza, richiede apprendimento", conclude il discorso Hillman.

Marcella Danon

 
 
 
 

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