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GIOCO LETTERARIO DI WRITER

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bestia immonda ke hai fatto della mia vita un inferno sono qui e t'aspetto non mi sentirai arrivare sentirai solo il brivido della paura e un sudore freddo rigarti il viso io come un animale fiutero l'aria x sentire l'odore del tuo terrore sentirai gli artigli dilaniarti le carni e in quel momento la tua vita scorrerà come un film e ci sarò anke io.....
 

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Gioco letterario di Writer

Post n°287 pubblicato il 04 Febbraio 2009 da Kappa_A
 

Partecipo al gioco letterario promosso da Writer, si può vedere l'elenco di tutti i partecipanti, il regolamento ed aderire cliccando qui ===>> INCIPIT

 

 

 

IL BRANCO

 

Era una magnifica giornata, tiepida e  trasparente. Le montagne formavano un semicerchio di vette innevate  e sembravano così vicine da poterle toccare allungando un braccio. Le otto del mattino. Pareva impossibile che avesse potuto rovinarsi in quel modo la sera prima..."

Giulio se ne stava seduto sulla panchina sul terrazzo all'esterno della baita sperduta tra le neve con lo sguardo fisso, immobile, con la tazza di caffè fumante tra le mani tremanti e la mente ancora annebbiata dall'alcool e la droga assunti la sera precedente assieme ad alcune persone conosciute al pub giù in paese.

Sapeva di aver fatto qualcosa di grave ma non se ne rendeva conto oppure il suo orgoglio gli impediva di ricordare.

All'orecchio, l'auricolare collegato alla radiolina dava i resoconti dell'andamento delle borse dei giorni precedenti... per quanto si sforzasse non riusciva a percepire i dati ed i numeri trasmessi che scivolavano via inesorabilmente ... qualcosa lo attanagliava mozzandogli il respiro.

Ad un certo punto, la radio inizia la trasmissione dei fatti di cronaca facendolo sobbalzare sulla panchina... il branco ha colpito ancora ai danni di una povera ragazza fatta ubriacare da un gruppo di giovani che poi hanno abusato di lei in un paesino disperso tra le montagne.

Un senso di nausea lo prende alla gola... si, ora ne era cosciente e se ne rendeva perfettamente conto...anche lui faceva parte del branco.

I particolari cominciavano a delinearsi nella sua mente... aveva fissa l'immagine dell'orrore negli occhi della ragazza mentre la picchiavano e violentavano incuranti delle sue grida...

Nello stesso tempo pensava alla sua compagna ed alla figlia lasciate a casa per il tanto desiderato tranquillo week end solitario ed intanto le spire del disprezzo verso se stesso e della vergogna per essere sceso così in basso lo stavano avvolgendo e stritolando come un serpente predatore: come avrebbe spiegato? come avrebbe potuto guardarle ancora negli occhi senza vedere il volto terrorizzato di una donna in preda all'angoscia?

Il volto deformato in un urlo muto si sovrapponeva nella sua mente a quello sorridente della moglie che lo salutava due sere prima ed a quello inondato di lacrime della figlia che voleva andare in montagna con il suo papà.

Una sola parola martellante risuonava incessante... perché?...perchè?...perchè?... e la gola si serrava sempre più.

Scattò in piedi rovesciando il caffè ormai freddo sulla neve creando una macchia sulla  superficie candida... si sentiva come quella macchia... una macchia che inesorabilmente distrugge una vita pressoché perfetta... la famiglia... la casa... il lavoro...

Con la testa che girava vorticosamente, in preda ad un'angoscia assassina, prese un'ultima inequivocabile decisione: inforcò gli sci ed in una magnifica giornata, tiepida e  trasparente si lanciò in discesa libera giù per il ripido pendio.

L'aria a quella velocità folle gli faceva lacrimare gli occhi offuscando la vista ma non se ne curava... sapeva già che non sarebbe riuscito a fare la curva che si affacciava sul precipizio dal cui orlo si vedevano montagne che formavano un semicerchio di vette innevate  e sembravano così vicine da poterle toccare allungando un braccio.

 

 

 
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