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Il Foglio - rubrica "lettere rubate"


3 maggio 2008Dear Mariella, credo di amarlo ancora, nonostante tutto. Nonostante il matrimonio finito, nonostante il tempo passato, i figli grandi, le mie e soprattutto le sue storie.(…) Vorrei ricominciare, ma non sarà mai più com’è stato.Lettera firmata all’Observer ... E invece sì, adesso che è primavera fate tutti così, come Gianni Alemanno e Isabella Rauti: rimettetevi insieme. “C’era un filo di ferro che non si è mai spezzato, fra noi”, ha detto lei raccontando questa lunga storia d’amore (come nella canzone, “ora è già tardi ma è presto se tu te ne vai”), innamorarsi sposarsi fare un figlio lasciarsi ritrovarsi. “Abbiamo avuto entrambi altre storie. Un percorso complicato. Alla fine per fortuna ci siamo ritrovati”. E’ il grande amore al Campidoglio, una cosa romantica e contrastata, lui che ha sempre avuto le chiavi di casa anche quando erano separati, lei che ricorda, durante la crisi, “notti intere svegli a parlare”, e poi “ci lasciammo, per me fu un triplice colpo: da moglie, madre e militante”. E’ la canzone dei vecchi amanti (“ti amo ancora sai, ti amo”), il lieto fine dappertutto, è ricordarsi che scarpe portava lei a sedici anni, le clark’s, mentre lui mangiava la pizza soltanto con le spalle al muro e prendeva e dava un sacco di botte. Ora che Alemanno è quasi cinquantenne, è sindaco e fa un discreto sangue per il passato avventuroso, le arrampicate in montagna e l’aria da imborghesimento mai riuscito, dovrà attuare questo decreto sicurezza preventivo: non s’azzardasse a fare una di quelle tristissime svolte alla Putin&Company, non provasse a fare il furbo perché (altro che manganelli ai vigili, altro che tolleranza zero), le romane romantiche hanno votato la favola ma sanno anche fare giustizia. Tradotto: signor sindaco, occhio perché gliela diamo noi la marea nera.da Annalena