Concetto di Amicizia

Post N° 16


Forse perche' della fatal quiete Tu sei l'immago a me si cara vieni O sera! E quando ti corteggian liete Le nubi estive e i zeffiri sereni E quando dal nevoso aere inquiete Tenebre e lunghe all'universo meni Sempre scendi invocata,e le secrete Vie del mio cor soavemente tieni.... Vagar mi fai co' miei pensier su l'orme Che vanno al nulla eterno; e intanto fugge Questo reo tempo,e van con lui le torme Delle cure onde meco egli si strugge; mentre io guardo la tua pace,dorme Quello spirto guerrier ch'entro mi rugge. O sera, forse giungi a me così gradita perché sei l'immagine della pace eterna! Sia quando ti accompagnano liete le nubi estive e i venti tiepidi primaverili, sia quando dall'aria nevoso protendi all' universo tenebre lunghe ed inquiete, scendi sempre da me invocata e sai raggiungere dolcemente le zone più segrete del mio cuore. I miei pensieri grazie a te vagano fino all'idea della morte e intanto il tempo malvagio passa e porta con sé le schiere di preoccupazioni per le quali si consuma con me; e mentre contemplo la tua pace. o sera, si acquieta anche il mio animo tormentato Il sonetto prende l'avvio da elementi autobiografici, per poi assumere un carattere ideologico e di meditazione filosofico - esistenziale. La contemplazione della sera infonde nel poeta un senso di calma e di pace interiore, una pausa momentanea agli affanni che agitano il suo spirito tormentato e combattivo. La sera, che pone fine alla giornata, appare al poeta come l'immagine dello svanire dell'esperienza terrena dell'uomo nella quiete eterna della morte. Ma la quiete nasce ancora dalla consapevole accettazione del dolore che domina la vita.La composizione definisce con esattezza i processi psicologici e mentali che segnano l'abbandono momentaneo alla pura emozione, costituita dallo spegnersi del giorno.