L'uomodellepromesse

CHECKPOINT...


Ogni tanto nella vita, capita di guardarsi indietro e di chiedersi se abbiamo fatto qualcosa fino a quel punto…A me capita tutti i giorni e vi assicuro che è una cosa davvero terribile vedere che, aperte le mani, esse contengano solo mosche e che inevitabilmente volino via, lasciandoci allo stesso punto del giorno prima.Ogni santo giorno, lo vivo come un secolo, passato a non far nulla della mia vita…il che dovrebbe essere positivo, almeno in termini temporali, perché mi sento vecchio e pieno di saggezza…Qualcuno di voi ha mai visto il film con Jack Nicolson, “ A proposito di Shmidt” ?E’ un film lento, quasi attritico…Ma scorre…come fosse una biglia che messa su un piano inclinato scivolasse verso il basso, ma ad un decimo della velocità a cui dovrebbe andare…Parla dellla vita, a partire dal primo giorno di pensione, di mr. Shmidt, un insignificante impiegato di una compagnia assicurativa.Il film l’ho visto qualche anno fa, quando uscì al cinema…Ebbene, per quanto mi sforzassi, durante tutto il film di trovare un senso a ciò che accadeva, non mi riusciva.La vita di quell’uomo scorreva pateticamente monotona e priva d senso, davanti ai suoi occhi, senza che accadesse niente di particolare, niente che le desse un senso, come fosse un piatto di spaghetti in cui un cuoco bastardo si era ostinato a non voler mettere il sale.Non che il buon vecchio Shmidt non ci provasse.Ma tutto ciò che faceva per dare una svolta agli avvenimenti della sua vita, finiva in piccoli ulteriori fallimenti che man mano lo accompagnavano verso la fine del film…Nonostante tutto quello che vedevo, c’era qualcosa che non mi convinceva, un particolare che seppure accaduto, non spiccava, rimanendo sommerso in una melmosa concatenazione di deludenti episodi, che andavano a comporre un quadro surreale e tristemente ricordante la mia realtà.A tre miuti dalla fine, Shmidt, rientrando a casa , fa il punto della situazione, facendo mentalmente un elenco di tutti i vari fallimenti della sua vita, intervallandoli con la frase “neanche in questo ho fatto la differenza”.Un sunto, un check point di un esistenza senza la quale il mondo, sarebbe stato assolutamente lo stesso…”non ho fatto la differenza”.In questo momento ho la pelle d’oca…Si, non è tanto da maschietto e se aggiungo il fatto che piango ogni volta che lo vedo, non aiuta di certo il mio orgoglio…Ma tornando al film… Shmidt rientra e i suoi occhi notano tra le altre lettere che erano li ad aspettarlo, una in particolare, che giungeva dall’Africa…Non vi rovinerò il finale, che vale da solo tutto il film e che ripaga di tutta quell’attesa che accadesse qualcosa…qualcosa accadrà e una forte sensazione di speranza pervaderà tutti coloro che avranno la fortuna di vedere il film.Stupendo…meraviglioso…Però…C’è un però..Prima o poi si ritorna a fare i conti con la propria esistenza e ci si chiede se magari non potessimo essere più felici, accontentandoci di aver messo su famiglia e fatto figli, i quali, prolungando la nostra stirpe, nei secoli a venire potrebbe fare la differenza col loro passaggio su questa terra…Ogni tanto ci penso, ma mi sembra di barare; mi puzza di contentino, di placebo…E rimango costantemente come Shmidt a tre minuti dalla fine del film, a fare i conti con il checkpoint della mia vita, con una morsa allo stomaco e un leggero senso di panico da “tempo che passa”, in attesa che giunga il punto del film in cui mi sarà rivelato invece, in cosa, ho fatto la differenza…Tòh, non volendo, è venuta fuori l’unica cosa che mi fa paura al mondo…Nascosta alla coscienza in una piccola tasca della psiche, la paura che diversamente dal film, il mio passaggio in questa vita possa, alla fine dei miei giorni,  essere stato inutile, non essendo riuscito a laciare nemmeno il più piccolo dei segni…Brrrrr… Sarebbe tremendo…Ciao e grazie per avermi ascoltato…