*Piacere di esserci*

Post N° 496


* La stanza *Era in cima a due rampe di scale, di fianco alla camera che imbastiva canzoni. Una stanza protesa verso oriente che si affacciava sulla valle con due finestre appaiate come vagabonde monelle.  Di fronte alle finestre, sui letti a braccetto, occhieggiava un cuscino di margherite gialle  che rimbalzavano come farfalle sulle  tende di casto sangallo. In un angolo,  una lampada appesa , di fianco a una Madonna azzurra. Centrini di pizzo. Un armadio ingombrante.La stanza, imbiancata di fresco, vegliava, quieta e silente, nell’ombra lunga che imbrigliava  la sera. Se ne stava lì agghindata  a festa, in attesa, come un giocattolo in vetrina , scalzo di sole e di biondi  sapori. Scatola nuda da scartare in silenzio nella luce assopita d’una manciata di stelle.  Immensa. Deserta. Chiusa. Un vestito di carta  sotto un cielo muto. Spazio di cera  per i suoi piccoli anni.Così un minuscolo letto dipinto d’ortensie s’infiltrò furtivo nella stanza dei sogni, in un angolo stretto.  Distante. Lontano dal gomitolo di sole che si accucciava sul cuscino aperto all’orizzonte. Lontano dalla  voglia di raggiungere la riva. -   Sei grande!... Si guardava allo specchio per cercare uno schizzo  di qualcosa di grande. Un segnale su quel corpo acerbo che portava a fatica. Ma non  trovava  traccia. Doveva esserci un altro motivo.  Forse era  sbagliata. O sporca. O cattiva. Per questo non c’era posto. Ma la sete non dava tregua. Il dolore neppure. E il rifugio che galleggiava sotto la coperta si faceva ogni giorno  più angusto e insidioso.  Un cappio alla gola. Compresso. Senza fiato. Fino a quel grido che rubava, ogni notte, il respiro d’una carezza………………………………………………………………………………………Quando la mente  ha un comando procede senza sosta...all'infinito... ***ascolta