CONTROSCENA

La rabbia di Licia Maglietta


Le nostre posizioni quindi a questo punto si separano come I raggi di una stessa ruota.    Affianco Bennett e riporto in scena in Italia la sua poetica attraverso tutto il mio lavoro di attrice e regista, tu difendi l’italietta televisiva, sorprendente, ma non lo accetto.   Chiudo con un ultima cosa, forse la più offensiva da parte tua, ma l’abitudine, diventata un’assoluta necessità di non affondare nella melma (addolcisco con la sostituzione delle due consonanti centrali) fa si che in questa città molti si aggrappino ad altri per riuscire a dare due boccate d’aria prima di finire allo stesso modo. Conoscendoci da 30 anni, perché non ti è venuto assolutamente in mente di sollevare la questione di come mai eravamo in quel luogo, quali strambi e assurdi intrecci di programmazione ci fossero, quale pubblico (a cui si permette di bere coca cola  e mangiare grassi dolciumi seduti in platea) si coltiva! Un luogo che mi è stato detto da tutti essere anche un pessimo cinema perché si mangia e si parla a voce alta anche durante I film!   Come hai potuto pensare che un testo di Bennett così colto e raffinato potesse far ridere questa parte di umano che di umano ha ormai un tubo digerente da cui ingurgitare ed evacuare, come mai non hai appoggiato o difeso quella parte di pubblico che mi segue da tanti anni e che con lo sbigliettamento e lo sbigottimento dei giorni successivi ha aperto una battaglia tale che abbiamo dovuto interrompere quasi tutte le sere perché parte degli abbonati, parola che solo ora mi risuona con il suo doppio senso, uscisse e l’altra parte restasse ad ascoltare e, pensa un po', a ridere! Si, caro Enrico, come mai non ti sei accorto, o non ti è venuto in mente che quella sera di mercoledì gran parte di quel pubblico non potesse affatto ridere per un testo che non capiva, che non comprendeva.   Ottuso errore e superficiale valutazione da parte di chi a creduto che si possano accomunare testi, luoghi, modi di fare teatro, e pubblico.   Ma in questo, se mi permetti, e mi permetto da sola perché sto scrivendo con grande sincerità, colgo la tua cattiva fede. Non vivo in questa città da tantissimi anni e tu sei qui a descriverne I passaggi culturali e le aberranti trasformazioni da una vita. Era tuo dovere descriverne il contesto. Da uomo pensante e di cultura era necessario fare una netta distinzione tra ciò che era un impossibile punto di contatto e ciò che analizzavi in quanto critico, cosa che accetto da parte di tutti coloro che fanno il tuo lavoro, ma che  questa volta ho trovato, per dirla alla Bennett, senza un briciolo di gusto.   Confido però nella fortuna che mi hanno portato le tue recensioni, come quella di «Manca solo la Domenica», spettacolo che è andato in scena anche nelle grandi capitali europee con successo davvero emozionante!   Chiudo col dirti, ed in fondo è la cosa che meno mi preme farti sapere ma visto che ci sono ti rendo partecipe anche di questo, che questo spettacolo ha fatto, e dopo Napoli continua a fare, il full over da 1 anno in tutte le piazze e che dalla prima battuta della Maragno cominciano a ridere così tanto con applausi a scena aperta che devo sempre ricordare a Nicoletta e a me stessa che NON E' UNO SPETTACOLO COMICO.   La ragione infatti, pensa un po’ che caso, del ritrovarmi da 1 anno anche in tournèe con Franca Valeri è che lei dopo aver visto «Manca solo la Domenica» e «La Grande Occasione» mi ha detto che avrebbe desiderato tanto lavorare insieme, ritenendomi la più raffinata attrice comica che avesse conosciuto. E così da 1 anno ridiamo insieme e facciamo ridere il pubblico con uno spettacolo, il suo, affatto comico.   È noto a tutti il tuo livore che a volte diventa mezzo creativo e molto spesso solo arma distruttiva. Con questa mia ti rendo invece partecipe della mia dignità di artista e dello sgomento che mi ha pervaso in questo passaggio napoletano.   C’è ancora tanto da pensare e da elaborare.                                                                                                   Licia Maglietta - 2».Rimando le mie risposte al post seguente.                                       Enrico Fiore