CONTROSCENA

La vita è sogno - 1


In seguito alla mia recensione dell'allestimento di «Questa sera si recita a soggetto» di Pirandello in cui interpreta il ruolo di Sampognetta, recensione pubblicata da «Il Mattino» lunedì scorso 23 gennaio, Mariano Rigillo ha inviato al giornale la lettera seguente, pubblicata in data 27 gennaio:«Intendiamoci subito, "amico" critico, hai tutto il diritto di dissentire dal mio spettacolo, "Questa sera si recita a soggetto", in scena al Diana. Ma il garbo! Che diamine! Ascolta. Questa notte mi è venuto in sogno Pirandello. "Rasserenati, Mariano - mi ha detto - sai che alcuni critici sono perseguitati da una ossessiva voglia di protagonismo. Non riescono ad accettare che il teatro appartiene innanzitutto al pubblico. E il pubblico, nonostante loro, continua ad amare gli autori, gli attori e i registi. Non pensano che il loro compito sarebbe, se veramente amassero il teatro, di starci vicino, magari correggendoci e consigliandoci con piacere ed entusiasmo. Pretendono invece di stare sullo scranno più alto. Quindi, stai tranquillo, io non dimentico il vostro lavoro, come invita a fare il tuo critico di turno. L'apprezzo e lodo l'impegno dei tuoi giovani attori.   A proposito, ho visto che hai una compagnia numerosa. Che coraggio di questi tempi! Ma, certo, non è compito dei critici notare questo, come non è loro compito citare una giovane attrice che, nel ruolo di Mommina, è ogni sera salutata da uno scrosciante applauso. Ma, cosa vuoi, il critico era occupato a contare le bambine. Sì, è vero, io ne avevo immaginato due, ma naturalmente va bene anche una sola, com'è capitato a voi quel giovedì in cui c'era il critico a vedervi. E non dargli retta, nella messinscena di Patroni Griffi non è vero che applaudissero alla morte di Mommina. Tu vi partecipasti e lo ricordi bene, io ho una ripresa video e posso affermarlo con certezza.   E falla suonare la tromba al tuo figliolo Ruben, è così simpatico e bravo! Non mi offendo per così poco. E poi non ritengo che il contesto del vostro spettacolo sia quello di un musical farsesco (ho sopportato ben altro). Anzi, penso abbiate voluto cercare il modo di "ammodernarmi" e tentare magari un linguaggio scenico che richiamasse l'attenzione dei giovani.   Ah! Aspetta! Di' alla tua compagna Cicci che dica pure "Somarici"» invece di Pomarici. La signora Ignazia fa confusione e può certamente sbagliare un cognome. Al regista Hinkfuss (a proposito, preciso che non è il mio portavoce, tutt'altro!), quando la richiama, è lei stessa a dire: "Tra tanti, ho fatto un po' di confusione".   Caro Mariano, ora ti devo lasciare. Comunque, non dimenticare di ringraziare per lo stile e la maestria che ti si attribuisce. Sai, sono abituati, i critici, a essere lusingati. Tu sei sempre stato un artista libero. Sii, però, mi raccomando, anche educato».Ed ecco la mia risposta, pubblicata da «Il Mattino» in data odierna:«A differenza di Mariano Rigillo, io dormo molto poco e non sogno quasi mai. E certamente non dormivo e non sognavo la sera del 10 febbraio 1987, in cui ebbe luogo al Diana la «prima» dell'allestimento di «Questa sera si recita a soggetto» con la regia di Giuseppe Patroni Griffi e lo stesso Rigillo nel ruolo di Hinkfuss. Quindi l'ho vista, la scena delle due bambine, le figlie di Mommina, che applaudivano freneticamente credendo che la mamma, morta d'infarto, stesse continuando a recitare. E di quella scena riferii ampiamente nella recensione dello spettacolo, che venne pubblicata da «Il Mattino» due giorni dopo e sotto un titolo d'apertura a quattro colonne.Non solo, discutemmo a lungo - con Rigillo e con Leopoldo Mastelloni, che nello spettacolo interpretava il ruolo di Sampognetta - sulla splendida idea che, inventandosi la scena in questione, aveva avuto Patroni Griffi. E lo stesso Patroni Griffi, dopo aver letto la recensione, mi ringraziò per averla colta, unico fra i critici, e per aver sottolineato come si trattasse di un'idea che illustrava al meglio l'impianto teorico pirandelliano.Ho riportato quell'analisi anche nella recensione dell'allestimento di «Questa sera si recita a soggetto» pubblicata il 23 gennaio scorso. Ma nemmeno il più piccolo cenno le viene riservato dalla lettera di Rigillo, il quale si attesta, al contrario, sulla mozione degli affetti, in quanto padre di Ruben, che nell'allestimento in parola interpreta Hinkfuss, e compagno di Anna Teresa Rossini, a sua volta madre di Silvia Siravo, l'attrice che interpreta Mommina».Ovviamente, la lettera di Rigillo merita un commento più ampio. Lo rimando al prossimo post.                                                Enrico Fiore