CONTROSCENA

Una "Favola" fra Hitchcock e Paolo Poli


Attenzione al nome del personaggio protagonista, Mrs Fairytale. In inglese significa, letteralmente, «favola, storia di fate». Ma, nella parlata popolare e colloquiale, «fairy» significa anche «finocchio». E tanto basti a dimostrare che lo spettacolo di e con Filippo Timi in scena al Bellini - intitolato per l'appunto «Favola» e sottotitolato «C'era una volta una bambina e dico c'era perché ora non c'è più» - si regge, programmaticamente, sulle fondamentali coordinate della ripetizione, del doppio senso e dello spiazzamento.   Figuratevi un salotto vittoriano riciclato come soggiorno anni Cinquanta. Vi s'incontrano un giorno sì e l'altro pure la padrona di casa, giusto Mrs Fairytale, e la sua amica del cuore Mrs Emerald (leggi Signora Smeraldo). E mentre continuano a sognar d'essere le «Piccole donne» della Alcott, si lanciano in una cavalcata frenetica nell'intero immaginario collettivo cinematografico, teatrale, cartoonistico e canzonettistico: da Liz Taylor e «Psyco» a Pagot e «Tre parole».   Di tanto in tanto fanno irruzione nell'appartamento, a turno, i tre gemelli Stewart, Ted il cervellone, Tim l'insegnante di mambo e Glenn l'aiuto idraulico. Ma forse si tratta solo della proiezione dei desideri assai poco inconsci di Mrs Fairytale. La quale, dopo essersi dichiarata incinta per tre quarti della rappresentazione, alla fine rivela d'essere un transessuale, possiede Mrs Emerald, ammazza a pistolettate il manesco marito Stan e insieme con l'amica del cuore, novelle Thelma e Louise, fugge verso le proverbiali spiagge incontaminate gridando «A Mosca, a Mosca!» come le tre sorelle di Cechov.   La forma di questo divertente e divertito «pastiche» - giocato, come si sarà capito, sul filo dell'intelligenza e del gusto - tiene un po' della britannica «conversation play» e un po' dell'hollywoodiana «sophisticated comedy», l'una e l'altra, ovviamente, sottoposte alle forche caudine di un'indiavolata parodia dissacrante. E al centro di una simile ragnatela di citazioni e sberleffi si scatena un Filippo Timi che, nei panni di Mrs Fairytale, costruisce un irresistibile ritratto en travesti che richiama, insieme, Yvonne Sanson (per la somiglianza del volto) e Paolo Poli (per la malandrina precisione del ricalco).   Eccellenti, al suo fianco, anche Lucia Mascino (Mrs Emerald) e Luca Pignagnoli (Ted, Tim e Glenn Stewart). Certo, gioverebbe qualche taglio. Ma l'effetto complessivo è indubbio: risate su risate, e franche, dall'inizio alla fine.                                                 Enrico Fiore(«Il Mattino», 20 gennaio 2012)