CONTROSCENA

Un Viviani trapiantato nel Chianti


Ci sta proprio bene, Isa Danieli, nell'allestimento di «Paesaggio con figure» di Ugo Chiti che Arca Azzurra Teatro presenta al Mercadante: non solo perché la Danieli ha con la scrittura di Chiti una consuetudine di antica data (fu già, nel '90, la splendida interprete di «Kirie»), ma anche, e soprattutto, perché a lei, napoletanissima, il testo in questione s'attaglia con particolare sintonia.   «Paesaggio con figure», infatti, rivela sorprendenti affinità tematiche con «La morte di Carnevale» di Viviani. Salvo l'ambientazione nella realtà rurale toscana, ritroviamo qui lo stesso microcosmo chiuso e duro: nella circostanza dominato dal laido Lucesio, che non si decide a morire, e sempre popolato dalla torma di quanti, autentiche bestie in gabbia, aspirano solo a mettere le mani sulla «roba» del vecchio e feroce tiranno, persino incline, proprio come Carnevale, alla pratica dell'usura. E ad Isa Danieli tocca il personaggio di Nunzia, la serva-amante di Lucesio che sembra un perfetto ricalco di 'Ntunetta, il corrispondente personaggio vivianeo.   Nunzia, in questa nuova stesura del testo, prende il posto dell'originaria Beppa: e il suo nome, così tipicamente napoletano, serve anche ad appoggiare il titolo, «L'Abissina», adottato adesso con riferimento al soprannome dispregiativo che ancora ai tempi dell'infanzia di Chiti si usava per indicare i meridionali. E certo, appare piuttosto appiccicata la spiegazione (lei era una terremotata che Lucesio portò con sé tornando dal servizio militare) di come Nunzia sia finita in quell'«enclave» contadinesca del Chianti fiorentino. Ma, poi, tutti i dubbi vengono, se non sconfitti, almeno messi fra parentesi da quanto succede sul piano strettamente spettacolare.   Dico dell'incontro fra le due sapide parlate in campo, appunto quella napoletana e quella toscana, e della gara che si svolge fra la sapienza di Isa Danieli, forte del realismo amaro e beffardo che le discende per l'appunto da Viviani, e la precisione da cesellatori che da sempre distingue gli attori dell'Arca Azzurra, primi fra tutti Massimo Salvianti (Lucesio), Dimitri Frosali (Volpino), Andrea Costagli (il dottore), Lucia Socci (Argia) e Barbara Enrichi (Giacinta).   Grazie alla regia, dello stesso Chiti, i personaggi si stagliano, efficacemente, contro fondali e quinte nudi, esaltati anche dal gioco delle pareti mobili. Ma, si capisce, a Napoli gli effetti e le conseguenti risate se li prende quasi tutti la Danieli.                                            Enrico Fiore(«Il Mattino», 14 febbraio 2012)