CONTROSCENA

Una stagione nel segno di Eduardo


Non c'è che dire, Napoli continua a fare i conti con Eduardo. E nel segno di Eduardo, infatti, si svolgerà la stagione teatrale ch'è appena cominciata: ben sette degli spettacoli in cartellone («Eduardo 110 e lode», «Tà-kai-Tà», «La grande magia», «Requie a l'anema soja...», «Ditegli sempre di sì», «Sik-Sik, l'artefice magico» e «De Pretore Vincenzo») si riferiscono - completamente o parzialmente, direttamente o indirettamente - alla sua opera in generale e a singoli suoi testi.   Non solo. Certo per caso (e voglio dire che non è il frutto di una strategia elaborata a tavolino), tra questi spettacoli si manifestano analogie e sinergie che favoriscono un'ulteriore e più approfondita riflessione sulla produzione drammaturgica di Eduardo. E proprio il fatto che non si tratti del frutto di una strategia elaborata a tavolino dimostra che quella riflessione era, per così dire, nell'aria, e s'imponeva per una sua necessità intrinseca.   Addirittura, le analogie e le sinergie in questione partono già da elementi d'ordine esterno: se è vero, tanto per fare un esempio, che Umberto Bellissimo, protagonista al Bracco di «Eduardo 110 e lode», ha recitato più volte, e con la regia dello stesso Eduardo, nella compagnia di quel Luca De Filippo che al San Ferdinando presenta «La grande magia». E venendo subito ai contenuti, non si può non rilevare che uno dei due personaggi protagonisti di quest'ultima commedia, l'illusionista Otto Marvuglia, ha una somiglianza decisiva con il personaggio protagonista di quel «Sik-Sik, l'artefice magico» che Pierpaolo Sepe presenterà, sempre al San Ferdinando, in un abbinamento oltremodo significativo con «L'uomo dal fiore in bocca» di Pirandello.   Avremo modo, così, di soffermarci su uno degli aspetti capitali dell'opera di Eduardo, il rapporto, per l'appunto, con il teatro del grande girgentino: un rapporto che lo stesso Eduardo volle sottolineare, quando, ricordiamolo, la sera del 13 aprile 1979 - al termine dello spettacolo composto da «Il berretto a sonagli» e da «Sik-Sik, l'artefice magico» e dato giusto al San Ferdinando - dichiarò fra l'altro che quel suo atto unico lo riteneva «all'altezza del maestro Pirandello».   Infine, il gioco di specchi messo in scena da Enzo Moscato con «Tà-kai-Tà» dimostra come Eduardo stimoli al confronto anche i suoi colleghi che da lui si dichiarano distanti.                                              Enrico Fiore(«Il Mattino», 21 ottobre 2015)