Margherita Mainolfo decide, per duecentomila euro, di dare il proprio utero in affitto alla diva della televisione Irena Seminova e a suo marito Tommaso Sogliana, allenatore di calcio sistematicamente esonerato; ma poi, sopraffatta dall'invincibile richiamo della maternità, cambia idea e decide di tenere per sé il bambino che sta per nascere, anche nel dubbio che non sia frutto dell'inseminazione artificiale, bensì dei normali rapporti fra lei e il consorte Faustino. Ecco, in breve, la trama di «Questo bimbo a chi lo do?», la commedia di Eduardo Tartaglia che l'Ente Teatro Cronaca ripropone al Cilea. E si tratta, senz'alcun dubbio, di una classica farsa napoletana, tramata di tutti gli espedienti canonici del genere: a cominciare, ovviamente, dagli equivoci (Faustino che parla del prelievo di sangue e Tommaso che intende quello dello sperma), dagli scambi di parole (i mitili che prendono il posto dei mirtilli) e dagli slittamenti di senso (il terminale offensivo del calcio che diventa «'nu povero malato ca sta' murenno e ca ghiastemma cu 'o duttore»). Ciò che, però, distingue il testo di Tartaglia da un semplice prodotto di routine è la sua capacità di approdare ad iperbolici nonsense surreali: e su questa strada si parte dai Lassie e Rin Tin Tin che Faustino mette a «secutare», in quanto cani, i Varenne e Ribot in quanto «cavalli» del motore del suo gommone per arrivare, addirittura, all'assimilazione di Margherita a Filumena Marturano. E insomma, siamo di fronte a un'ottima dimostrazione di come il teatro cosiddetto leggero possa divertire anche senza ignorare i problemi scottanti della società e del presente. È un risultato a cui, si capisce, concorre, per la regia dello stesso Tartaglia, la non meno persuasiva prova di una compagnia che, accanto all'autore (Faustino) e a un'eccellente Veronica Mazza (Margherita), schiera - insieme con i più giovani Helene Nardini (Irena), Peppe Miale (l'agente di Irena) e Stefano Sarcinelli (Tommaso) - due esponenti della grande scuola di Luisa Conte quali Anna Fiorelli (la madre di Faustino) e Tullio Del Matto (il ginecologo professor Bastone). Che volete di più? Enrico Fiore(«Il Mattino», 13 gennaio 2013)
Un utero in affitto per la Marturano
Margherita Mainolfo decide, per duecentomila euro, di dare il proprio utero in affitto alla diva della televisione Irena Seminova e a suo marito Tommaso Sogliana, allenatore di calcio sistematicamente esonerato; ma poi, sopraffatta dall'invincibile richiamo della maternità, cambia idea e decide di tenere per sé il bambino che sta per nascere, anche nel dubbio che non sia frutto dell'inseminazione artificiale, bensì dei normali rapporti fra lei e il consorte Faustino. Ecco, in breve, la trama di «Questo bimbo a chi lo do?», la commedia di Eduardo Tartaglia che l'Ente Teatro Cronaca ripropone al Cilea. E si tratta, senz'alcun dubbio, di una classica farsa napoletana, tramata di tutti gli espedienti canonici del genere: a cominciare, ovviamente, dagli equivoci (Faustino che parla del prelievo di sangue e Tommaso che intende quello dello sperma), dagli scambi di parole (i mitili che prendono il posto dei mirtilli) e dagli slittamenti di senso (il terminale offensivo del calcio che diventa «'nu povero malato ca sta' murenno e ca ghiastemma cu 'o duttore»). Ciò che, però, distingue il testo di Tartaglia da un semplice prodotto di routine è la sua capacità di approdare ad iperbolici nonsense surreali: e su questa strada si parte dai Lassie e Rin Tin Tin che Faustino mette a «secutare», in quanto cani, i Varenne e Ribot in quanto «cavalli» del motore del suo gommone per arrivare, addirittura, all'assimilazione di Margherita a Filumena Marturano. E insomma, siamo di fronte a un'ottima dimostrazione di come il teatro cosiddetto leggero possa divertire anche senza ignorare i problemi scottanti della società e del presente. È un risultato a cui, si capisce, concorre, per la regia dello stesso Tartaglia, la non meno persuasiva prova di una compagnia che, accanto all'autore (Faustino) e a un'eccellente Veronica Mazza (Margherita), schiera - insieme con i più giovani Helene Nardini (Irena), Peppe Miale (l'agente di Irena) e Stefano Sarcinelli (Tommaso) - due esponenti della grande scuola di Luisa Conte quali Anna Fiorelli (la madre di Faustino) e Tullio Del Matto (il ginecologo professor Bastone). Che volete di più? Enrico Fiore(«Il Mattino», 13 gennaio 2013)