CONTROSCENA

"Canta o sparo", musicoterapia per boss


Al cospetto di «Canta o sparo» - il testo presentato nel Piccolo Bellini dal Positano Teatro Festival - viene da chiedersi chi sia il suo vero autore: se quello dichiarato, Manlio Santanelli, o quello mimetizzato, ovvero l'Antonella Morea che ne interpreta il personaggio principale; e cioè, detto fuori dai denti, viene da chiedersi se non siamo di fronte a un puro pretesto per fare un favore (o, se preferite, un omaggio) alla protagonista, attrice di lungo corso e, soprattutto, cantante fra le migliori di Napoli.   Infatti, abbiamo qui un plot che più esile non si potrebbe immaginare: vertendo su Mister Pitt, un ex boss italo-americano che, paralizzato in poltrona (su una sedia a rotelle secondo la regia di Fabio Cocifoglia), ingaggia un'infermiera dalla bella voce, Felicella, perché accompagni le iniezioni che gli pratica con l'esecuzione delle canzoni classiche che a lui, napoletano inguaribile nonostante la nascita negli States, fanno assai più bene delle medicine. E per il resto, lungo i dialoghi, tramati spesso dei versi di quelle stesse canzoni, non s'inseguono che battutine facili facili quali, poniamo, il «come in» scambiato per «cammina» e lo «sto 'mmiez' 'e provette matina e sera, pruvammo nu pruvino». Con l'aggiunta, sempre a titolo d'esempio, di un «cammello di battaglia» e della solita «adda passà 'a nuttata».   Nella migliore delle ipotesi, allora, possiamo prendere «Canta o sparo» come uno svagato divertissement. E non resta, quindi, che accontentarsi - in quest'ambito - dei brani (ne ho contati dodici in meno di un'ora e mezzo di spettacolo, da «Munasterio 'e Santa Chiara» a «'O paese d' 'o sole») porti con la consueta perizia dalla Morea. Al suo fianco Roberto Azzurro (Mister Pitt) e Yacoubou Ibrahim (il maggiordomo Gedeon che insiste ad esclamare, figuriamoci, «Madonna d' 'o Camerun»). Ma mi chiedo: non era meglio un concerto vero e proprio?                                                 Enrico Fiore(«Il Mattino», 16 gennaio 2013)