CONTROSCENA

Intervista col fantasma della Fallaci


«... Mi chiedete di parlare» - lo spettacolo che Monica Guerritore presenta al Diana nella triplice veste di autrice, regista e protagonista - è l'ennesima delle interviste immaginarie che, connotate da intenzioni e forme varie, avevano già preso corpo sul palcoscenico in più di una circostanza. Stavolta riguarda Oriana Fallaci, il cui fantasma, evocato e incarnato per l'appunto dalla Guerritore, risponde a tutta una serie di domande che gli arrivano da dietro le quinte. E, come volevasi dimostrare, assistiamo a una doppia sovrapposizione: quella della Fallaci (il pubblico) rispetto a Oriana (il privato) e quella di Monica Guerritore (il teatro, ovvero la finzione) rispetto, insieme, alla Fallaci e a Oriana.   Ma il testo - che risulta dall'assemblaggio di brani tratti dai libri e dagli articoli della Fallaci - non rende onore né all'uno né all'altro dei termini («mito» ed «enigma») fra cui la Guerritore inquadra nelle sue note il complesso e controverso personaggio in questione. Del mito manca, per dirla con le parole di un esperto della statura di Giulio Guidorizzi, la «capacità di attivare processi simbolici profondi della psiche umana». Qui c'è solo la cronaca minuta, dai reportage della Fallaci in ogni parte del mondo all'inutile battaglia contro il cancro da lei combattuta nella casa-bunker di New York. E per quanto riguarda l'enigma, esso rimane tale, ad onta della «voglia di fare chiarezza» dichiarata dalla Guerritore.   Faccio, in proposito, soltanto un esempio. Oriana Fallaci ebbe una relazione di tre anni con Alexandros Panagulis, il leggendario oppositore dei colonnelli greci. E ad Alekos, così veniva affettuosamente chiamato, dedicò un libro intero, «Un uomo», e uno dei capitoli salienti di «Intervista con la storia». Ma in «... Mi chiedete di parlare» Panagulis è nominato appena, e appena di sfuggita. Di che natura fu quella relazione? E da che cosa nacquero i frequenti ed aspri dissidi che la segnarono insieme con le reiterate separazioni?   Non si tratta d'interrogativi dettati dalla tentazione di un gossip a scoppio ritardato, si tratta di considerare che Alexandros Panagulis fu anch'egli un personaggio controverso, ad onta dell'aureola di rivoluzionario della quale era insignito.   Naturalmente, tutto questo non toglie nulla all'impegnata prova d'attrice fornita da Monica Guerritore con l'assistenza, nel ruolo della segretaria, di Lucilla Mininno. Ma grazie tante, che la Guerritore sapesse recitare lo sapevamo già.                                            Enrico Fiore(«Il Mattino», 26 aprile 2013)