CONTROSCENA

Per Eduardo soltanto gli addetti ai lavori


Ieri sera ha debuttato al Nuovo lo spettacolo «Natale in casa Cupiello»: uno spettacolo che vanta al suo attivo - a parte l'autore, quell'Eduardo De Filippo del quale ci apprestiamo a celebrare i trent'anni dalla scomparsa, e un titolo fra i più noti e cari al pubblico napoletano - una produzione di alto rango (quella del Piccolo Teatro di Milano), un allestimento sicuramente originale (un solo attore che interpreta tutti i personaggi principali della celeberrima commedia) e un protagonista (Fausto Russo Alesi) altrettanto certamente fra i migliori attori di oggi.   Insomma, ce n'era più che a sufficienza per potersi aspettare un Nuovo, se non da tutto esaurito, almeno da «prima» normalmente affollata. E invece, in sala risultavano e risaltavano larghissimi vuoti; e i presenti erano nella stragrande maggioranza addetti ai lavori: impresari, autori, registi, attori, qualche critico, qualche docente universitario di storia del teatro e la solita caterva di addetti stampa. Né si poteva invocare l'attenuante della coincidenza con la fatidica partita del Napoli.   Al termine, tutti quegli addetti ai lavori, secondo un costume inossidabile, si son trattenuti lungamente a chiacchierare davanti al teatro. Io voglio augurarmi che, fra un pettegolezzo e l'altro, abbiano trovato anche il tempo per qualche riflessione su ciò che la magra serata di ieri significa in ordine allo stato del teatro: quello vero, non quello delle conferenze e dei comunicati stampa, delle interviste e delle note di regia; e voglio, altresì, sperare che qualcuno di quei teatranti voglia a sua volta commentare quanto ho appena scritto almeno con un'ipotesi di spiegazione.                                               Enrico Fiore