Honoré de Balzac è un autore complesso e contraddittorio come pochi altri. E come pochi altri personaggi è complesso e contraddittorio il protagonista di «Mercadet», la sua commedia maggiore adesso in scena al Mercadante (col titolo originario «L'affarista») per la regia di Antonio Calenda. Sicché si potrebbe dire di Mercadet ciò che Sainte-Beuve disse di Balzac: «È un uomo di genio, se volete, ma è un mostro».
Mercadet, infatti, si rivela nello stesso tempo cinico e sentimentale, abile speculatore in borsa e ingenuo dilettante nei rapporti col prossimo, fermo nel fronteggiare i creditori e vacillante nel trarre vantaggio dagli espedienti messi in atto per sconfiggerli. Tanto per fare un esempio riassuntivo, ama teneramente la figlia Julie ma non esita a sacrificarla, promettendola in sposa a un dandy, De la Brive, da lui creduto ricco e invece spiantatissimo.
Allo stesso modo, e sempre per riassumere, possiamo dire che la commedia in questione è un mélange di realismo ed effettismo, un incrocio fra Molière e Feuillet. E mi pare che Calenda governi il tutto con sufficiente precisione e non disprezzabili invenzioni: a partire dalla scena di Pier Paolo Bisleri, una folla di armadi a suggerire e sottolineare il tema del possesso e dell'accumulo. Non a caso Mercadet ci appare per la prima volta uscendo da uno di quegli armadi. È giunto, nientemeno, a identificarsi con la «roba» che conserva.
Non meno appropriate risultano, in proposito, le maschere attribuite a taluni dei personaggi e ispirate, evidentemente, alle caricature fisionomiche di Daumier. Lascerei stare, invece, le solite affermazioni peregrine circa la presunta attualità del testo: oggi, in tempi di post-capitalismo globale, non si potrebbe neppure immaginare un tipo come Mercadet, tanto caratterizzato (e addirittura in senso «romantico») sul piano individuale. E d'altronde: se il testo di Balzac era così attuale, che bisogno si aveva d'infilarci la battuta «Mi avete precipitato più in basso del debito della Grecia»?
Comunque, Geppy Gleijeses - salvo qualche ammiccamento di troppo - si dimostra, con i suoi falsetti in levare, un interprete particolarmente adatto al grottesco personaggio di Mercadet. E assai persuasiva, quale testimonianza di una raggiunta maturità, è la prova che fornisce Marianella Bargilli nel ruolo di Julie. Fra gli altri, all'interno di una compagnia complessivamente di buon livello, son da citare Paila Pavese (Madame Mercadet), Osvaldo Ruggieri (Goulard) e Alfonso Veneroso (Verdelin).
Enrico Fiore
(«Il Mattino», 10 dicembre 2011)