CONTROSCENAIl teatro visto da Enrico Fiore |
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A far data dal 7 novembre 1976, sono quasi 36 (trentasei) anni che tesso le lodi di Mariano Rigillo. E puntualmente - le sole due o tre volte che, in un così lungo arco di tempo, mi son permesso di manifestare qualche dissenso circa il suo lavoro - lui ha reagito con una sequela rabbiosa d'insulti, inviati via telefono o sms. In una circostanza mi ha inviato la sequela d'insulti di turno per una settimana intera, un sms al giorno. A parte la maniacalità del mio interlocutore, un simile comportamento costituisce, però, l'ennesima testimonianza del vero dramma che sconta il teatro di oggi. Il teatro di oggi, come vado ripetendo da vari anni, si è ridotto a un piccolo mondo autoreferenziale che s'illude di essere un grande mondo, anzi il mondo tout court. E nel merito, dedico qui di seguito una breve considerazione a ciascuno dei punti capitali della lettera di Rigillo. I CRITICI IL PUBBLICO Mi fermo qui, per il momento. Il format di questo blog non consente più di un certo numero di righe. Il seguito al prossimo post. |
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