CONTROSCENAIl teatro visto da Enrico Fiore |
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Ho avuto l'ennesima prova che l'estate non è ancora finita entrando nel carcere di massima sicurezza di Secondigliano. Ma stavolta è stato come un pugno nello stomaco. Ho visto decine e decine di bottiglie di plastica incastrate fra le sbarre dei finestroni: giacché nelle celle non arriva l'acqua calda, e quello è lo stratagemma escogitato per risolvere il problema (quando, appunto, lo permette un sole rovente). Questo, infatti, è ciò che tocca ai detenuti. Mentre si ubriacano d'attesa, non gli resta che reinventarsi la vita e ricostruirsi un'identità. Enrico Fiore («Il Mattino», 9 ottobre 2012) |
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