Corpo in frammenti

Storia prima. Lei.


Una volta trovato il modo per dirlo, in verità avrei voluto scrivere una canzone, riprodurre l'immagine che ho dentro, scolpire l'emozione nella pietra, resta il problema di cosa dire. Dopo il secondo bicchiere diventa tutto più facile. Tu lo sai. Diventa anche tutto più lento, gli errori aumentano in modo esponenziale, ma preferisco mille cancellature e questa lentezza molle da lumaca all'attenzione ossessiva alle parole. Ogni tanto mi capita di desiderare ardentemente quei dieci minuti sola con te nel bagno. Qualcuno è arrivato a dire che farei qualsiasi cosa pur di averti... Non farei proprio nulla per averti. Dopo il punto di arrivo io vedo la discesa, e adesso non sono disposta a cadere (se non sul tuo corpo). Mi piace persino il silenzio, il dolore della rinuncia, sentirti vicino nella stessa stanza mentre armeggio con forchette e coltelli (mi sono resa conto di essere diventata vittima del mio passato, di ciò che ho visto, annusato, toccato. Quando vedo un coltello desidero una benda sugli occhi e desidero che tu sia il lanciatore. Voglio lasciarti la responsabilità della mia vita, sapere che puoi farmi male, uccidermi. Tu sai che non voglio morire, e che il rischio mi piace relativamente. Ho fiducia in te, nonostante tutto, nonostante questo niente, nutro una fiducia immensa in te, nelle tue mani, nei tuoi occhi.) Penso che vorrei schiacciarti al muro, chiudere gli occhi e respirarti, mi basterebbe un attimo. Mi cadono gli oggetti, colpa dei pensieri e di questo desiderio che rimbalza da un angolo all'altro.Sento il sangue rapprendersi in faccia. La pelle che tira.