Il Sè e il Mondo
Prina dell‘inizio del mondo, voi esistevate già.
Prima che apparisse qualsiasi cosa in una delle galassie, in uno degli universi,
voi c‘eravate già.
E oso dire che, quando questo particolare ciclo di eventi sarà giunto a compimento,
l‘Universo intero si dissolverà di nuovo nella LUCE e voi sarete ancora.
Non c‘è nulla di strano in questa affermazione
tranne il fatto cha la maggior parte di voi non la ritiene vera.
Emmanuel
FELICITÀ
Dipende da noi, solo a prezzo di un paziente lavoro,
che si persegue giorno dopo giorno.
Processo che richiede tempo e fatica.
a lungo termine, felicità e infelicità
sono quindi un modo di essere
o un‘arte di vivere.
In essa c‘è il nettare della Gioia
che unisce le anime in un dialogo d‘Amore.
Che neanche una goccia
ne vada sprecata inutilmente
poichè esso suggella il patto d‘Unione
l‘amicizia eterna con la Vita."
Forelock
DAL LIBRO CARI BAMBINI DELLA TERRA
Agli adulti spetta la grande responsabilità di offrire loro un terreno in cui far germogliare la luce che c‘è in ogniuno di noi. Non si può vivere su questa terra senza aria, nulla può esistere senza Amore. Questa è la legge del cosmo. Amore significa un cuore gentile e azioni gentili. ogni cosa che accade nella nostra vita, nel mondo ed ogni attività umana esistono affinchè possiamo imparare, conoscere ed agire su questa base: la Vita è Amore e lo scopo della Vita è Amore.
il nero può significare la ricerca di risposte,
il vuoto o la strada della dimesione spirituale, ovvero non fisica.
Il Corvo è il custode della magia cerimoniale e della "guarigione" a distanza.
In qualsiasi cerchio di guarigione,
il Corvo è presente,
egli guida la magia della guarigione ed il mutamento di coscienza
che porterà ad una nuova realtà, e alla dispersione della malattia.
Il Corvo porta alla luce il nuovo stato di nuova salute,
traendo dal vuoto del Grande Mistero e dal campo della pienezza.
Nel cammino della vita e della morte dobbiamo camminare da soli; è un viaggio durante il quale conoscenza, esperienza e memoria non possono offrire alcun conforto. La mente deve essere ripulita da tutto ciò che ha afferrato nel suo bisogno di trovare certezze; i suoi dèi e le sue virtù devono essere restituiti alle società che li hanno generati. Occorre raggiungere una solitudine completa e incontaminata ..."
"On living and dying" di Jiddu Krishnamurti,
ABBIAMO GIÀ UDITO TUTTO.
profondi del ricordo.
Tutto ciò che è musicalale
è reminescenza.
Al tempo in cui
non avevamo
nome, abbiamo
probabilmente,
già udito
tutto.
Cercando la sicurezza abbiamo istituito il matrimonio, fondato la societa,
il tutto per muoverci su sentieri battuti.
Ma la vita è selvaggia.
L"amore è selvaggio.
E Dio è assolutamente selvaggio.
Non verra mai a passeggiare nel tuo giardino.
E troppo umano,e troppo piccolo.
Dio non lo si incontra sui sentieri battuti,è selvaggio.
Osho
Più si è complessi meno si vede la realta,la mente complessa deforma la realta,l"esistenza (non le creazioni umane) è semplicisissima da comprendere, solamente per una mente semplice.Cio che è elementare per una semplice mente,e di una complessita estrema per una mente complessa.Una mente complessa non puo che porsi domande,una mente semplice si gode il suo paradiso,solo la complessita genera l"inferno.
« sguardo | Agua..... Acqua è vita » |
Una conquista dell’intelligenza maya fu la scoperta del simbolo ZERO,
la rappresentazione scritta del nulla: per questo la loro matematica,
pur differente dalla nostra, permetteva già duemila anni fa
calcoli sorprendentemente precisi.
Una scienza, pur nel suo rigore, aperta all’arte e alla fantasia:
per esempio,
uno dei due sistemi numerici da essi impiegati consisteva di venti simboli,
da 0 a 19, rappresentanti altrettanti volti umani visti di profilo,
ma lo zero poteva apparire in altre ventiquattro raffigurazioni diverse,
che paiono fiori, frutti e animali stilizzati.
Le loro tavole di computazione hanno quindi l’aspetto di graffiti decorativi.
Il secondo sistema, quello che probabilmente veniva comunemente usato,
appare più pratico: l’unità è rappresentata da un punto, cinque unità da una barra,
mentre lo zero disponeva sempre di una varietà di simboli. Nel far di conto,
i Maya incolonnavano i numeri, in modo che alla base vi fossero quelli da uno a venti,
nello spazio superiore i multipli di 20, fino a 380;
quindi quelli di 400, fino a 7600, di 8000 fino a 152000, e via dicendo.
In questo modo gli operatori, che tuttavia non dovevano essere moltissimi,
riuscivano a compiere le quattro operazioni e ad estrarre le radici quadrate e cubiche,
sebbene gli studiosi moderni non siano ancora riusciti a comprendere come facessero.
Anche nel computo del tempo,
i Maya sembrano essere stati affascinati dal numero 20, probabilmente considerato sacro.
Essi erigevano ogni venti anni una colonna (che gli archeologi chiamano stele),
sulle quali erano scolpiti i simboli degli avvenimenti e dei personaggi di quel periodo:
quel che conosciamo della loro storia deriva in gran parte dalla lettura delle stele superstiti. Attorno al 700, nel periodo classico, cominciarono però a innalzare colonne ogni dieci anni
e nella decadenza ogni cinque anni.
I Maya erano molto attenti al moto degli astri, costruirono infatti le loro città seguendo particolari allineamenti.
Molte città erano orientate verso la levata o il tramonto del Sole ai solstizi,
inoltre l'orientazione teneva conto della latitudine del luogo, cosicché non tutte le città
hanno la stessa disposizione assoluta, ma relativa alla propria posizione geografica.
Inoltre i Maya utilizzavano gli assi delle loro città e quelli dei palazzi più importanti per determinare con l'anticipo di uno o due dei loro mesi il passaggio del Sole allo zenit.
Tale momento era di particolare importanza poichè coincideva con l'inizio della stagione
delle piogge, la più importante dell'annata agricola.
Numerosi sono i templi che presentano punti di osservazione fondamentali
per la vita dei Maya.
Sulla gradinata della piattaforma superiore
c'è una nicchia nella quale due piccole colonne
(una bianca ed una rossa) inquadravano una persona che, guardando di fronte,
poteva vedere il tramonto di Venere quando, ogni 8 anni,
raggiungeva la sua massima declinazione negativa.
Si potevano fare allineamenti anche dalle finestre in cima alla torre:
sulla prima si poteva osservare il tramonto del Sole agli equinozi;
la seconda puntava sul tramonto di Venere
quando aveva la massima declinazione negativa
e la terza sulla levata di Achernar, la stella principale della costellazione dell'Eridano.
Lo studio del moto di Venere era molto importante,
come si può rilevare dalle tavole del Codice di Dresda
che trattano in modo accurato delle previsioni sulle apparizioni di questo pianeta.
E' interessante inoltre notare che i templi Maya avevano tutti 365 scalini,
uno per ogni giorno dell'anno, ad evidenziare ancor di più
come questo popolo fosse ben attento al tempo.
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Lucciola lucciola, piccolo fuoco,
guida il mio sonno mentre ti canto,
donami luce volandomi accanto,
rischiara l‘erba davanti al cammino,
fammi dormire con gioia nel cuore.
Vieni creatura, piccola lucciola,
vieni e domani faremo una festa,
lume vagante, tu voli e io canto,
piccola fata, re della notte,
vieni, e il mio canto sarà il mio compenso.
(Algonkin Chippewa)
I BARBAPAPÀ /ANNE GAGGED
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Geniali.....
Da Vedereeee....
NINA HAGEN * DON RICKLES