Prendere decisioni non è mai semplice. La scelta comporta quasi sempre una rinuncia e, calcolare il rischio per ciò che può causare il danno minore, significa mettere a dura prova il proprio "IO" che ha bisogno di certezze e di piacere più che di possibilità.Viene così ad essere ingaggiata una estenuante lotta tra il sentimento e la razionalità che blocca ogni passo conseguente. Eppure la decisione è là sotto la montagna di pensieri e di parole che si affastellano l'un l'altro. E la paura compagna di ogni scelta.Ci vuole coraggio a non assecondare l'istinto che richiama alla fuga, ci vuole coraggio a fermarsi e ad ascoltare quel dolore ed attendere che si sciolga rivelando il suo contenuto.Frustrazioni, amarezza, desideri repressi e controllati, magari per timore di ritorsioni. Una lotta impari, specie per chi, nella dualità, vede ogni situazione sotto il profilo del bene e del male, del giusto o sbagliato.E si può andare contro se stessi, contro quell'istinto primitivo che richiama alla barbarie di una lotta, che richiama al pensare soltanto in termini " io vinco se..".Il successo e la vittoria non stanno quasi mai nell'abbattimento dell'altro o degli altri altri coinvolti nella scelta. Il successo e la vittoria esigono la soddisfazione della genuina aderenza ad una "saggezza" fuori da ogni dualità, fuori da ogni scelta. Saggezza che non cede all'impulso nè all'istinto e interroga alla ricerca dell'uomo nascosto dietro alla" foglia di fico" delle propria viltà.La strada si fa stretta e spinosa, lacerando ogni brandello dell'egoismo che ad essa soggiace fino a far emergere la decisione Unica e Inconfutabile...
Il Giorno della Civetta*
Prendere decisioni non è mai semplice. La scelta comporta quasi sempre una rinuncia e, calcolare il rischio per ciò che può causare il danno minore, significa mettere a dura prova il proprio "IO" che ha bisogno di certezze e di piacere più che di possibilità.Viene così ad essere ingaggiata una estenuante lotta tra il sentimento e la razionalità che blocca ogni passo conseguente. Eppure la decisione è là sotto la montagna di pensieri e di parole che si affastellano l'un l'altro. E la paura compagna di ogni scelta.Ci vuole coraggio a non assecondare l'istinto che richiama alla fuga, ci vuole coraggio a fermarsi e ad ascoltare quel dolore ed attendere che si sciolga rivelando il suo contenuto.Frustrazioni, amarezza, desideri repressi e controllati, magari per timore di ritorsioni. Una lotta impari, specie per chi, nella dualità, vede ogni situazione sotto il profilo del bene e del male, del giusto o sbagliato.E si può andare contro se stessi, contro quell'istinto primitivo che richiama alla barbarie di una lotta, che richiama al pensare soltanto in termini " io vinco se..".Il successo e la vittoria non stanno quasi mai nell'abbattimento dell'altro o degli altri altri coinvolti nella scelta. Il successo e la vittoria esigono la soddisfazione della genuina aderenza ad una "saggezza" fuori da ogni dualità, fuori da ogni scelta. Saggezza che non cede all'impulso nè all'istinto e interroga alla ricerca dell'uomo nascosto dietro alla" foglia di fico" delle propria viltà.La strada si fa stretta e spinosa, lacerando ogni brandello dell'egoismo che ad essa soggiace fino a far emergere la decisione Unica e Inconfutabile...