Counselling di Yaris

L'Amore e'...


 E' tramite la relazione d'amore con il padre e con la madre che l'essere umano in formazione impara a conoscere chi è, quali sono i suoi diritti, che cosa è capace e cosa gli è permesso di fare. Se ci sono difetti e carenze nello scambio d'amore c'è ferita emotiva: il piccolo si sente rifiutato, abbandonato, umiliato, tradito. E invece di sviluppare intelligenza, sensibilità, forza e fiducia in sè, accumula insicurezza, tristezza, risentimento e paura di agire. ( " Il potere delle radici" di Anastasia Miszczyszyn) 
 Ho iniziato a scrivere pensando a questo titolo per il post: " Le colpe dei genitori ricadono sui figli". Poi,  alla luce di quanto andavo scrivendo, sono tornate alla mente le amorevoli cure di mia madre e le penetranti parole di mio padre e ho abbandonato quell'idea di titolo. Non che non ci siano " colpe dei genitori",  ma e' il " mondo degli adulti" che si porta dietro " il bambino ferito" ed e' ancora quel mondo degli adulti che non vuole crescere e, continua, come da bambino, a dire puerili bugie e, a fare i capricci " per possedere" il suo bisogno di Amore. E capisco il "bambino" e capisco " l'adulto": anche se fa " il bravo" non è (ri)conosciuto, anzi, viene spesso "umiliato e mortificato" davanti agli altri, i presunti "grandi"....Ed e' qui che inizia il mio post: l' Amore e'un bisogno biologico e, come tale, più che un sentimento, è una necessità  vitale. Volendo definirlo, biologicamente, rappresenta l'emozione primaria che non può essere spiegata in nessun altro modo se  non con "ciò che fa stare bene" (Cura). E se dal punto di vista della biologia evolutiva, l' Amore può configurarsi come sistema innato, non per questo deve essere razionalmente sminuito dall'approccio romantico ( ne è piena la letteratura) o narcisistico ( Narciso docet) al quale, il più delle volte è (ri)condotto e (re)legato.L'errore, a mio avviso, non sta nel tipo di lettura che se ne può fare ( gli approcci vanno bene tutti se riverberano il proprio sé ),  bensì  nel porre  l'attenzione del proprio "star bene" in una felicità esterna (bisogni indotti) piuttosto che nel (ri-trovamento di una felicità interna ( bisogni primari). Il bisogno d'amore,  ovverosia la cura di sè, è  trasferito sul bisogno dell'altro (richiesta affettiva) determinando tutta la dipendenza "necessaria" alla sopravvivenza. Ne deriva una sorta di struggimento (vera e propria sofferenza) che, in definitiva, non può che mancare di sè (e)vocando, conseguentemente, insicurezza, paura, controllo.Quando l'Amore si affaccia nella propria interiorità, facendo nascere un silenzio e una quiete profonda ( lo star bene in sè) allora, l' Amore,  che è anche relazione con l'altro/gli altri, migliora la qualità della vita, rendendoci presenti e partecipi (pro)vocando apertura e condivisione e, conseguentemente, fiducia e libertà.Questo Amore non è più soltanto biologico e  fa, del proprio essere biologico, la leva ad Amare, corrispondendo al reciproco bisogno, riconoscendo la reciproca necessità.