Counselling di Yaris

Vertigini: il sintomo come simbolo


In realtà' il titolo del post avrebbe potuto essere " Medico cura te stesso", con un evidente richiamo alla pericope del Vangelo di Luca e al suo significato. Un richiamo per approfondire significati altri ( ciascuno potrà scorgervi il suo proprio) secondo una visione più complessa di quella strettamente organicistica della malattia:la visione olistica secondo la quale ogni vero cammino terapeutico è anche un percorso di crescita interiore.
Avete presente cosa possa significare svegliarsi in piena notte e, nel buio avere la sensazione forte che tutto ruoti intorno a voi senza poter aggrapparsi a nulla? Ecco, così si è annunciata la mia crisi vertiginosa, con nausea, vomito e il letto che sembrava un materasso ad acqua sul quale sentirsi sempre più sbilanciati e privi di punti di riferimento. Non ero nuova, purtroppo a tale esperienza e risentirmela piombare addosso nel pieno della notte, mi ha fatto ricadere in un circolo di virtuoso di indagini e di manovre per far ritornare, nella loro posizione la causa di tanto disagio: i sassolini dell'equilibrio (otoliti) che si trovano all'interno dell'orecchio. Dal punto di vista clinico, la cupololitiasi è benigna e si risolve apparentemente in modo veloce con delle manovre specifiche ( manovra di Sermont), in realtà mi ha lasciato un'instabilità tale che mi sembra di "camminare sulle uova" e la necessità di fare ulteriori indagini.Il riposo induce a riflettere e ad interrogarsi e ispirata dal commento di Patty e dal messaggio di Giuliana, riprovo a scrivere, per trattare l'argomento malattia in modo meno clinico e più simbolico. 
Molti sono gli autori che si sono cimentati in questo settore.   Ruediger Dahlke, ad esempio, medico e psicoterapeuta, fondatore della scuola di Medicina Integrale, ha scritto numerosi libri, sull'importanza della malattia intesa come segnale di un codice tra l'organismo e l'uomo che, se adeguatamente interpretato, può contribuire ad accrescere le auto-difese, mettendo in condizione di "assumersi la responsabilità della malattia".Lo stesso Jacques Martel, nominato da Patty ( ..che non conoscevo) elenca nel suo libro: Grande Dizionario delle Malattie e della Guarigione- malattie e disturbi accompagnati dalla descrizione dell'origine emotiva, repressa o ignorata, che sta alla base del disagio.Ma forse la più conosciuta in questo campo è la fautrice del - pensiero positivo-  Louise Hay, autrice del libro: Puoi guarire la tua vita. Louise non è un medico, non è una terapeuta, non è una guaritrice. Luoise Hay ha messo in atto tutti i possibili meccanismi di difesa consapevoli, verso la malattia che l'aveva colpita: un cancro.Forse non sapeva neppure quanto, il suo non arrendersi alla diagnosi clinica della malattia, in realtà fosse una profonda accettazione della malattia stessa, tanto da farle scoprire e ripercorrere i pesi sullo stomaco, non digeriti, nè metabolizzati che le avevano lasciato rabbia e risentimento , facendole comprendere, i blocchi psichici che ella stessa aveva creato lasciandoli insoluti. Capirne la causa, apprenderne il significato profondo, le ha fatto riversare nel suo primo libro quell'esperienza tragica della malattia affrontata senza riserva alcuna. Dal capire al comprendere, il passo è breve se la comprensione dona quella "illuminazione" sulla realtà interiore che altrimenti non sarebbe possibile. Da questa sorta di "iniziazione spirituale", che l'ha condotta alla guarigione, ha avuto inizio la divulgazione di un messaggio che può essere sintetizzato con queste sue parole:Cio’ che cerco di insegnare a tutti è: l’Amore per se stessi, poiché l’amore è una cura prodigiosa che produce miracoli nella nostra vita.Non parlo di vanità, arroganza o presunzione, dato che questo non è amore, è solo paura, ma di un grande rispetto per noi stessi e tanta gratitudine per il nostro corpo e la nostra mente. L’Amore mi fa provare una tale riconoscenza che trabocca dal mio cuore in ogni direzione.La personale convinzione che la parte creativa del nostro essere provenga da un pensiero, capace di tradurre  l'inesplorato del  vissuto e, significare la positività della realtà  rifiutata.
Ogni malattia può avere una sua chiave di lettura, ogni parte del corpo può evidenziare un sintomo- simbolo di un desiderio inespresso, di un non voler vedere ( gli occhi), di un non voler udire ( l'orecchio), di un non voler pensare (la testa)...E ancora potrei proseguire, in questa indagine che se può lasciare dubbi dal punto di vista clinico e della cura, nel senso classico del termine, può per contro risvegliare la capacità di contribuire allo stesso processo di guarigione.A questo punto potreste dirmi: Stai mischiando il sacro con il profano; la scienza con la palude acquitrinosa della non scienza; la psicologia con il pensiero positivo e la new age. Può essere, non dico di no, del resto penso che un approccio simbolico alla malattia e ai suoi sintomi, senza andare a pescare grandi nomi e citazioni ragguardevoli, possa contribuire a trovare quella connessione probabile cui ricorriamo spesso per definire lo stato fisico (mi si stringe il cuore,  ho un cerchio alla testa, mi sento a pezzi, non mi reggo in piedi etc etc...).Questo non vuol dire sostituire le cure mediche o annullarne completamente l'importanza fino a rifiutarle, può però contribuire a rendere partecipi e responsabili del processo di guarigione e a favorire la comprensione e crescita personale verso una maggiore integrità psico-fisica.