Counselling di Yaris

La Candela della Gioia - Le due Anfore


A metà del Cammino dell'Avvento si incontra la domenica dei pastori detta anche Candela della gioia. E' l'umano che si è messo in cammino. Il Semplice e l'Umile che per primo riceve la notizia del Natale e celebra in Sè la gioia.  Perché mai questa riflessione sulle due anfore allora? Le anfore possono rappresentare il futuro e il passato; l'impazienza e la frustrazione; lo slancio verso la vita o il ripiegamento su se stessa.Dopo aver condiviso il " Cammino dell' uomo " di Martin Buber, non avrei potuto non fermarmi sul senso di inadeguatezza, sulla stanchezza, sulle imperfezioni, sugli errori commessi, che possono indurre, durante il Cammino dell'uomo, a fermarsi e a guardarsi indietro.E come non parlare, dello struggimento, della malinconia, della nostalgia di ciò che si è lasciato o il rammarico per ciò che non è più? E della paura dell'incognito, della malattia, dell'attesa senza speranza, dell'arrendersi agli eventi che sembrano schiacciare?L'Anfora usurata, bucata, che perde acqua durante il cammino, avverte tutto questo. Ha smarrito il Senso del Cammino;  ne è consapevole al punto di dire:"Lo sai, sono cosciente dei miei limiti. Sprechi tempo, fatica e soldi per colpa mia. Quando arriviamo al villaggio io sono mezza vuota. Perdona la mia debolezza e le mie ferite".Pure da quella inutilità proviene il dono inaspettato per cui l'anfora vecchia e screpolata si sentì morire di gioia.   Pierre Teilhard De Chardin paragona il Cammino dell'Uomo, al Viaggio per scalare la Montagna "Non basta, come suggerisce il moderno edonismo, rinnovarsi in un modo qualsiasi, per essere felici. Nessun cambiamento beatifica (rende felici) a meno che non si agisca avanzando e in salita". E' di fronte a questa salita-ascesa che, il Cammino dell'Uomo, può assumere tre atteggiamenti fondamentali: Pessimismo e ritorno al passato, Godimento del presente, Slancio verso l'Avvenire.La GIOIA, secondo le intuizioni di P. Teilhard De Chardin, non è la gioia  senza preoccupazioni, senza rischi, senza sforzi ( stanchi o pessimisti). Non è neppure la gioia, dell'uomo felice che meno pensa, meno sente e meno desidera (gaudenti). Non è neppure la gioia conseguenza del piacere di agire o di creare (ardenti).La GIOIA secondo Padre De Chardin, è un DONO INASPETTATO che ristora durante IL CAMMINO e lascia intravedere LA LUCE DI UNA CANDELA verso la quale dirigersi.«…ho preso la lampada e, lasciando la zona apparentemente chiara delle occupazioni e relazioni quotidiane,sono sceso nel più intimo di me stesso, in quell’abisso profondo dal quale sento confusamente emanarela mia capacità d’agire…». 
" L’uomo felice è dunque colui che, senza cercare direttamente la felicità, trova per di più inevitabilmente la gioia nell’atto di giungere alla pienezza e al punto estremo di se stesso, in avanti”