Counselling di Yaris

In pausa...


Nel linguaggio musicale, gli spartiti evidenziano due tipi di figure: le note e le pause.Generalmente l'attenzione maggiore viene posta alle prime, eppure senza quel distacco, necessario, tra le parti, ne soffre la stessa interpretazione. Anzi, è l'interpretazione delle due figure a denotare il ritmo, l'incalzare del passaggio tra l'una e l'altra figura.Su questa interpretazione, mi sono soffermata, per dare un "volto" al mio silenzio. Un volto che riproducesse la pausa come evento necessario e tangibile di soluzione di continuità piuttosto che di sosta; di azione piuttosto che inerzia.
I latini usavano dire: Faber est suae quisque fortunae, vale a dire ognuno è artefice della propria fortuna , del proprio destino ed in ultima analisi è il costruttore della propria vita.Il risultato o se preferite l'interpretazione che si dà a questa frase, in termini psicologici, definisce il Locus of control ( luogo del controllo), ovverosia il grado di controllo che ogni individuo  percepisce di avere sugli eventi della vita e di poter agire con gli sforzi, l'impegno, le proprie capacità oppure, al contrario, di non averlo affatto. Di essere, in sostanza, dipendente dagli eventi.Nel primo caso, l'essere in pausa, può richiamare ad astenersi dal controllare gli eventi e contemporaneamente a vigilare su di essi per cogliere l'attimo (anche il  carpe diem, in realtà è un invito ad essere responsabili del proprio tempo); nel secondo caso, mancando la vigilanza della coscienza, l'atteggiamento consapevole rispetto agli eventi, le situazioni e la stessa quotidianità vengono fatti dipendere da eventi esterni o, nei casi di completa dipendenza, da forze esterne come la fortuna/sfortuna,  dall’influenza di altre persone considerate positivamente/negativamente nella propria vita e, nei casi più suggestionabili, dalla cosiddetta mala sorte.Divenire consapevoli della relazione tra ciò che orienta le personali azioni di controllo (locus of control) e delle strategie cognitive e comportamentali che possono essere utilizzate nel fronteggiare eventi ( coping) e  situazioni in forte cambiamento, può sollecitare a distrarsi occupando la mente altrove, ma può anche favorire un risveglio di coscienza verso un'esperienza reale che occupa, spazio, tempo e, contemporaneamente,  offre la percezione fisica e psichica della propria attività cosciente (percezione unitaria dell'osservatore e dell'osservato che si traduce nel saper essere). A differenza dell' essere indaffarati, infatti, l'essere in pausa  è caratterizzata da  una vigilanza della coscienza sull'attività esterna che, diversamente dal controllo,  induce calma interiore.