Counselling di Yaris

I Nuovi Giovani


Oggi non parlerò di Buona Scuola anche se lo sciopero di oggi ad essa è dedicato. Da vecchia docente, nel ricordare gli scioperi del '68, parlerò di giovani, di passioni, di impegno, di attività sociale e di contestazione giovanile, conseguenza di quel boom economico che interessò i Paesi industrializzati.Gli studenti, tramite le prime assemblee studentesche, le autogestioni,  esprimevano un dissenso:  “la violenza dispiegata contro i popoli del terzo mondo era la prova tangibile di quanto limitata e condizionata fosse la libertà che veniva loro promessa, apparente la pluralità delle scelte consentite, ipocrita la buona coscienza del dopoguerra” (1968 Dizionario della memoria); la critica era rivolta anche alla guerra in Vietnam e all’autoritarismo della società, “autoritaria era la famiglia che riproduceva i ruoli già definiti e stigmatizzava ogni comportamento deviante, autoritaria la scuola che trasmetteva un modello di disciplina sociale e un’educazione alla subalternità”. La Contestazione giovanile del '68Oggi quei giovani di allora, disillusi e al tempo stesso nostalgici, che hanno cresciuto altri giovani caricandoli del loro rammarico e fallimento, gente che oggi si arrabbia contro il sistema per la mancanza di un'occupazione adeguata, perché ai figli non viene riconosciuto il merito, per la mancanza di un futuro (tutte buone ragioni, certo, ragioni che però hanno tolto propri ai figli quell'entusiasmo e quella determinazione per la costruzione del loro futuro) oggi quei giovani  di allora sono i più sfiduciati... Non bisognerebbe mai dimenticare che si raccoglie ciò che si semina.. 
  Riscolarizzare per educare,  scriveva Luciano Corradini, Comprendere le problematiche della condizione giovanile è fondamentale per ricostruire un quadro di generazione, approfondendo i loro modi di osservare e di interpretare la società in cui vivono. Prima di intraprendere questo iter, tuttavia, è opportuno partire da una comune consapevolezza sociologica e antropologica: l'identità è frutto di una costruzione sociale e i giovani, eredi dei valori e delle norme etico/morali del passato, reinterpretano i principi educativi trasmessi all'interno del loro contesto esperienziale; essi costruiscono la loro identità attraverso il confronto, l'interazione e la collaborazione con l'altro [...][...] le lotte contro il "mal di scuola", dal disagio alla dispersione, dalla demotivazione alla droga, vanno combattute nella prospettiva della valorizzazione del patrimonio di cui la scuola dispone: le sedi scolastiche, le discipline, le competenze dei docenti, le relazioni interpersonali, le iniziative culturali, sociali, sportive, ricreative: tutte queste "risorse" sono più o meno ricche, a seconda della fortuna e delle virtù da cui dipendono. Si tratta di passare dal disagio al problema, dal problema all'azione, alla valutazione, alla proposta e alla richiesta. In altri termini l'itinerario per il superamento del disagio acquista un chiaro carattere socio-civico-politico. Identificazione, appartenenza e partecipazione non si ottengono solo studiando le leggi, ma vivendo esperienze e organizzando attività[...][...]La scuola vive lavorando sul passato, in funzione del futuro, ma non può dimenticare l’attimo fuggente: può anche permettersi di invitare a godere, con Lorenzo il Magnifico, la giovinezza che "si fugge tuttavia", memore dell'oraziano carpe diem; ma è anche offerta di ragioni che inducano a guardare lontano e a soffrire per qualcosa che vale più del piacere dell’oggi. Senza gioia e sofferenza, senza razionalità e sentimento, che scuola sarebbe? Per fortuna ci sono i Nuovi Giovani, quelli forti e determinati, quelli che accettano le sfide del presente senza distruggere quanto di buono vi viene realizzato ...cogliendo in esso un'opportunità di crescita sociale,  di educazione al rispetto del singolo e della collettività, di educazione alla cittadinanza.Certo, non è tutto oro ciò che luccica ma è mia intima convinzione che la funzione educativa si esplica anche come educazione alla criticità e alla complessità.. per coglierne i valori e i limiti.