Counselling di Yaris

Nella giungla dei linguaggi: le parole


Abbiamo bisogno di vivere la vita, che non può mai coincidere con le parole, sia nel senso che le parole hanno la facoltà di mistificare le cose, facendo apparire significativa una vita che non lo è; sia nel senso che, quand'anche le parole esprimono una vita reale, questa è sempre qualcosa di più delle sue parole.Le parole andrebbero misurate, soppesate, ridotte all'essenziale, proprio per timore di dire più di quanto la vita ci consenta.Non possiamo rischiare di avere quella che gli indiani chiamavano una "lingua biforcuta", altrimenti, quando diremo la verità, non troveremo nessuno disposto a crederci. E nella nostra solitudine, quand'essa verrà per colpa nostra, non potremo certo reagire con la forza: la verità non sa che farsene della forza. Non è detto che la verità stia nella sincerità, ma certamente questa aiuta a trovarla. Forse la verità non ha neppure le parole per essere detta: la verità può solo essere sentita, così come la vita può soltanto essere vissuta. E chi pretende d'indurre alla verità soltanto con le parole, non ha certamente più possibilità di chi vuole indurre alla falsità usando le stesse parole.In sé le parole non servono a nulla, e anzi non è da escludere che gli esseri umani si capissero meglio, nel passato, quando avevano poche parole o quando non avevano bisogno di dirsi molte cose.Non perché quando vi sono meno parole, vi sono meno possibilità di fraintendimenti, o perché con minori esigenze ci si comprende più facilmente, ma perché, nel passato, era la vita in comune che chiariva le cose, rendendo superflue le parole o, quanto meno, le parole, quelle più importanti, non venivano usate per capirsi, ma solo per dirsi: erano parole poetiche, musicali, in cui l'altro si riconosceva facilmente proprio perché provenivano da una stessa vita.Da LINGUAGGI E COMUNICAZIONE di Enrico Galavotti
Le parole hanno una responsabilità. Sono "la responsabilità".Pensi, scrivi, parli con le parole. Pensi di aver detto e, puoi aver detto nulla. Oppure tanto di più.Pensi di aver chiarito eppure hai confuso. Sempre "tuo", è il compito di scegliere, tra tante parole, dove iniziare e dove terminare. E quella prima scelta, pregiudicherà tutto il resto.Perché le parole, in fondo, sono come le liane:ci si attacca ad esse e, via, nella giungla del linguaggio..Yaris