Counselling di Yaris

La dimensione del quartiere


Nei piccoli paesini, ci si conosce tutti, si sa tutto di tutti e, nella quotidianità sembra perdersi l'effetto novità, se non per il tam tam di portone in portone. Pure, osservando bene, dalla gente che esce " a veglia" o a passeggiare,  in queste sere d'estate, ci si può accorgere che anche nelle città, la dimensione di quartiere può offrire uno sguardo diverso sulle cose, sulle persone.Vivere la dimensione di quartiere, può voler dire, non sbarrarsi in casa e aprire gli occhi ad una città dal volto umano... spesso data per scontata, perché di fretta. Sto parlando della città dove abito ma credo che ci si possa riferire a ogni città, nonostante siano sommerse dai problemi che non sto ad elencare e ad evidenziare e di cui le conache non smettono di nutrirci.Il volto umano della città, si mostra con sorriso dall'edicolante, dal saluto del pizzicagnolo, dal commesso della drogheria che rassicura dell'acquisto e anche da quell'icontro fisso ai tabacchi, che appellandoti  "romana" ti fa percepire che nonostante il viaggiare, lui c'è, riferimento sicuro dell'ultimo secondo.La dimensione del quartiere ha una sua bellezza, anche nelle code alla posta, dove nello spazio interminabile dell'attesa di pagare un bollettino, sorge spontanea la chiacchiera, il controllare il numero e, persino il lamentarsi, delle poste italiane, motivo di dialogo.Quanto sappiamo apprezzare tutto questo e quanto, preda della fretta e del tempo che fugge, abbiamo rivolto contro di noi, anche quella traccia di comunità sociale, dove si compie il quotidiano, è cosa che andrebbe meditata forse più della stessa meditazione, per riscoprire il silenzio celato dietro il disordine delle cose: un'occasione per rivalutare il dialogo e spostarlo sul terreno della reciprocità.Uscire dalla soggettività dell'io per incontrare il noi della cittàYaris