Counselling di Yaris

Conosci Te Stesso


Le emozioni e i sentimenti giocano un ruolo importante nella nostra vita. Possono esaltarci e farci star bene ma, possono anche diventare disfunzionali e, farci scendere negli abissi.E' così che scattano i meccanismi di difesa, così che viene controllata l'emotività, con una compostezza quasi da professionista, perchè, chi possiede quella professionalità, in realtà, non ha bisogno di controllarsi o di entrare in difesa. Ognuno di noi, per esperienza, conosce i momenti di maggior difficoltà vissuti, per non essere stati in grado di gestire le proprie emozioni o, per non aver saputo esprimerle in modo funzionale ed efficace.Il controllo delle emozioni e dei  sentimenti è però, strettamente legato all'immagine di sè e all'immagine che non si vorrebbe far trasparire. In breve, al giudizio che la persona ha di sè e alla critica che presuppone le muovano contro gli altri.Per definire questo stato di cose si possono usare due tipi di approccio. Il primo, di tipo  "psicologico" chiama "Intelligenza Emotiva" la capacità di entrare in contatto con i propri sentimenti, individuarli, riconoscerli, finalizzarli alla soddisfazione dei propri bisogni. L'altro, di tipo "spirituale" chiama "Meditazione" il contatto con la propria interiorità, il "far silenzio" e, mediante  l'attenzione posta alla respirazione, ma non solo, a lasciar andare i pensieri che bloccano la mente per liberarla proprio dalla loro influenza.Ora, nonostante l'apparente diversità dei due tipi di approccio e, soprattuto le finalità apparentemente diverse, entrambi in realtà, tendono allo stesso obiettivo: rendere consapevole la persona di ciò che agisce nel proprio interno e sviluppare e potenziare l'empatia verso l'esterno.Spesso sento dire che dove la psicologia fallisce, la spiritualità avanza, per quel bisogno, implicito nell'uomo, della ricerca di un Oltre e di un Significato..Per la mia esperienza, mi sento in dovere di dire che, non solo non c'è ostacolo tra i due tipi di approccio bensì sono integrabili e di supporto l'uno all'altro. Certo, è necessaria la volontà di guardarsi dentro, leggersi e imparare a conoscersi ma non era forse Socrate che diceva "Conosci te stesso? "