Counselling di Yaris

La parola come farmaco - la chimica delle emozioni


Il potere  curativo della parola, l'azione terapeutica, è generalmente dovuta al complesso della relazione che viene a stabilirsi tra "teraputa e paziente" ( il Cliente secondo l'accezione di Carl Rogers -  Client Centered Therapy)Sul dizionario della lingua italiana. OLi- Devoto, troviamo scritto alla parola farmaco: "sostanza capace di elicitare modificazioni funzionali in un organismo vivente per il tramite di un'azione fisica o chimica"E' pensabile  che tale azione fisica o chimica possa essere attribuita al farmaco proprio in quanto sostanza e che , la parola, non essendo fatta di materia, non possa garantire una modificazione biochimica.Ma è veramente così, o è ipotizzabile che la parola, sorgendo essa stessa da una modificazione biochimica, possa avere lo stesso effetto?E noto l'effetto placebo attribuito ai farmaci; la convinzione assoluta che una sostanza possa guarire,viene ad agire  sui sintomi di una malattia e,  il solo fatto di essere in  trattamento, per esempio consultando un esperto, aiuta il paziente a sviluppare un atteggiamento facilitante la guarigione. Certo è ' più che probabile che tale azione  possa essere attribuita a fattori a carattere psicologico  (emozionali, mentali, spirituali) per lo più intrinseci alla persona malata che alle  relazioni terapeutiche ma, proprio perchè fattori intrinseci è ipotizzabile che "tale condizione" costituisca " il terreno biochimico sul quale sia la parola che il farmaco possano agire. La dott.ssa Candace Pert,  nell’articolo che segue descrive la ricerca che l’ha condotta a tale percezione ed esplora le implicazioni a vasto raggio insite nel nuovo collegamento informativo Neuropeptidi: le emozioni e il “bodymind”...........Il rapporto tra neuropeptidi e zone recettrici specializzate è stato assimilato a quello fra “chiave e serratura”.  I neuropeptidi fluttuano virtualmente in tutti i fluidi del corpo e vengono attratti solo da quei recettori specializzati, che – concretamente – corrispondono a determinate serrature. Ciò determina un sistema di comunicazione in cui i neuropeptidi “parlano” e i recettori “ascoltano”. Candace Pert ritiene che il sistema di comunicazione sia fondamentale nella biochimica delle emozioni. http://www.centrostudievareich.com/articoli/CandacePert.doc