Cranio di Pantera

quello che mi passa in testa...

Creato da maxicontemax il 23/12/2008

Toby Dammit

"Tre passi nel delirio" é un film del 1968, sono tre episodi ispirati a racconti di E. A. Poe. Il primo "Metzengerstein" di R. Vadim é di una noia mortale, Vadim é stato un gran conquistatore di attrici, ma come regista, veramente scarso. Il secondo "William Wilson" di L. Malle, non é male. Il terzo "Toby Dammit" di Fellini, dal racconto "Non giocare la testa col diavolo" un capolavoro. E' il primo del periodo Zapponi, lo sceneggiatore con cui ha fatto anche "Satyricon" e "Roma" a mio parere, i migliori del maestro. Poe, Fellini, Zapponi, la recitazione del grande Terence Stamp, la fotografia di Giuseppe Rotunno, le musiche di Nino Rota. Da un gruppo così, non poteva che nascere un capolavoro.

Nel 2008, Ornella Muti comprò i diritti del film, dicendo che ne avrebbe finanziato il restauro ma ancora non se ne hanno notizie. Nella scena che ho messo, si può vedere la bravura di T. Stamp che comincia recitando un brano del "Macbeth" Su you tube c'é tutto l'episodio, diviso in 5 parti.

Una curiosità: nel film i 2 fratelli che dovrebbero dirigere "il primo western all'italiana cattolico" si chiamano Manetti. Nel 1968, anno di uscita del film, nasce Marco Manetti che insieme al fratello Antonio formano i Manetti bros. (I fratelli Manetti) registi di vari film, videoclip e della serie televisiva "L'ispettore Coliandro"

http://www.youtube.com/watch?v=js87itZ0vlY&feature=related 

 

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La sindrome del "principe azzurro"

Post n°10 pubblicato il 23 Marzo 2009 da maxicontemax
 
Tag: Reality

Non guardo mai i reality, li trovo di una noia mortale. Quello che ne so deriva da Blob e dalla Gialappa's, ma non potevo sfuggire al can-can seguito alla vittoria di ballando sotto le stelle, del sig. Di Savoia Filiberto. Ricordo l'interesse che avevano mia madre e mia zia, per i "nobili" che non sono mai riuscite a spiegarmi. Più di recente, mi ha stupito Lina Sotis. Con i suoi corsivetti (ironici?) attacca tutti i potenti, ma si scioglie quando parla dei "nobili". Ricordo una sua cronaca della visita del sig. Di savoia Filiberto a Milano, le frasi riportate erano di una banalità ammorbante. Oppure quando scrive dei figli di Carlo e Diana. Da quel che so, mi sembrano ragazzotti normalissimi (un pò pirla) si ubriacano, fanno risse, ballano, corrono dietro alle ragazze, ecc. Se una donna, indubbiamente, intelligente come lei subisce il fascino (per me incomprensibile) della cosidetta "nobiltà" significa che la sindrome del "principe azzurro" é profondamente radicata nella testa delle donne. Non é una novità... Certo che tra i maschi con la sindrome di "Peter pan" e le femmine con la sindrome del "principe azzurro" siamo messi bene... Per inciso, l'unica nobiltà che mi interessa é quella d'animo, un esempio per tutti: Nelson Mandela.

 
 
 
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