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Si avvicinano le feste, piatti della tradizione: le fave dei morti


 
Uno dei dolci più diffusi nelle tradizioni legate al giorno dei morti è sicuramente la “fava dei morti”. Dal punto di vista degli ingredienti, è un dolce relativamente semplice: è fatto di pasta di mandorle, di forma schiacciata (quadrata o circolare) a volte colorato (queste ultime caratteristiche variano a seconda delle località). L'origine di questo dolce è legata all'usanza vecchia di secoli, per lo meno in alcune zone d'Italia, di consumare fave nelle “merende” che si tenevano tra i parenti del defunto immediatamente dopo il funerale. Secondo una tradizione antichissima, le fave costituivano un mezzo di comunicazione diretto tra l'Ade - il mondo dei morti, collocato fisicamente nelle profondità terrestri - ed il mondo dei vivi. Ciò è probabilmente spiegabile con il colore del fiore, che è bianco maculato di nero. Il nero, simbolo del mistero, è molto raro tra i vegetali. Le macchie, inoltre, sembra che siano disposte a forma di "tau" greca, la prima lettera di "tanatos", che significa morte. Erano considerate in grado di trasferire negli esseri viventi le anime dei morti: per questo motivo - per la loro facoltà di costituire, cioè, il tramite tra i defunti ed i vivi - esse erano presenti nelle cerimonie funebri in Grecia, in Egitto, a Roma e perfino in India ed in Perù. In questo modo le “fave dei morti” costituivano una sorta di inconsapevole comunione tra vivi e defunti e quasi uno scambio materiale tra mondo terreno e regno dei morti.( la fonte : www.gennarino.org )