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Criminologia

Post n°1 pubblicato il 13 Maggio 2010 da maxqua
 
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PSICOLOGIA INVESTIGATIVA E CRIMINAL PROFILING PSICOLOGIA IPSICOLOGIA INVESTIGATIVA E CRIMINAL PROFILING NVESTIGATIVA E CRIMINAL PROFILING

Attualmente, in Italia, l’applicazione della Psicologia Investigativa si estrinseca nell’attività di istituto di Psicologi e Medici interni alle Forze di Polizia che supportano gli investigatori sia dal punto di vista dell’aiuto psicologico (riconoscimento e trattamento dello stress, prevenzione del burn-out, gestione dei team di lavoro ecc.) e sia dal punto di vista tecnico-professionale, attraverso la consulenza criminologica in fase investigativa.
Il contatto quotidiano con le problematiche degli operatori di polizia che per evidenti questioni di riservatezza ed organizzazione è precluso agli Psicologi esterni, garantisce ai “clinici in divisa” delle peculiarità uniche, fino a pochi anni fa non divulgate all’esterno delle istituzioni.
Nei contesti di divulgazione della Scienza in effetti è molto difficile trovare informazioni e articoli frutto di esperienze reali da parte degli psicologi delle FFPP, storicamente schivi e spesso troppo impegnati nel lavoro per trovare il tempo di scrivere e divulgare le loro esperienze.
In tale campo viceversa, specie ultimamente, si moltiplicano gli interventi di soggetti esterni alla polizia che propongono contenuti attinenti alla Psicologia dell’investigazione acquisiti esclusivamente su testi scientifici stranieri e carenti quindi della componente esperenziale che è fondamentale per donare dignità scientifica a tale materiale.
Le iniziative dell’ICAA, in collaborazione con l’Associazione Nazionale Funzionari di Polizia di aprire una sezione di Psicologia investigativa, è quindi legata alla volontà di promuovere lo scambio di informazioni tra i professionisti di area psicologica interni alle Forze di Polizia e di stimolarli a veicolare all’esterno il frutto del loro lavoro che spesso presenta caratteri di grande qualità ed innovazione.
Infatti la Polizia di Stato italiana, i Carabinieri, la Guardia di Finanza e le altre Forze armate, posseggono dei Reparti altamente specializzati al cui interno operano degli Psicologi e dei Medici di grande competenza ed esperienza che proprio in virtù del loro ruolo sono gli unici in grado di fornire dati di ricerca attendibili sui loro settori di competenza.
Ovviamente tale contesto è aperto anche alle collaborazioni internazionali con altri psicologi (appartenenti a reparti investigativi e di supporto) che operano fianco a fianco con gli investigatori e intervengono insieme a loro sulla scena del delitto.

In tale ottica è stato consolidato un rapporto di scambio di esperienze di ricerca con gli psicologi della BSU dell’FBI e di altre organizzazioni estere.

il criminal profiling

Il profilo psicologico criminale (o profile) è un’attività investigativa di supporto attraverso la quale personale specializzato delle Forze di Polizia fornisce un possibile profilo psico-comportamentale del criminale che ha compiuto un determinato delitto.
L’applicazione sistematica del profilo investigativo basato sull’analisi comportamentale della scena del crimine ha avuto inizio nella metà degli anni 80’ negli ambienti dell’FBI e tuttora rimane una tecnica maggiormente utilizzata in USA.
L’origine della tecnica di Psychological profiling viene infatti fatta risalire da alcuni studiosi all’attività legata al V.I.C.A.P. (Violent Criminal Apprehension Program) che è stato elaborato dall’Unità di scienze comportamentali dell’Accademia FBI di Quantico in Usa.
I settori tradizionali di applicazione del profiling sono relativi ai seguenti crimini: omicidi seriali, stupri seriali, omicidi a sfondo sessuale, molestatori di minori, crimini rituali e la piromania.
La caratteristica comune a tutti i crimini analizzati con le tecniche di profiling è quindi la serialità (un offender che commette una serie di crimini) e il fatto che l’offender sia motivato da una spinta psicopatologica.
L’applicazione in questo ambito dei metodi statistici è sempre in funzione del linking, che cerca di acquisire e analizzare le caratteristiche comuni tra una serie di eventi.
Il linking è effettuato da quasi tutti i reparti investigativi del mondo, reso agevole dall’avvento dei database dell’ultima generazione.
Gli investigatori non possono però utilizzare tali software nei casi di singoli omicidi che però ricoprono statisticamente la maggior quantità di tali eventi delittuosi. Il rapporto tra omicidi seriali e omicidi singoli è infatti esiguo.
In una nazione europea come l’Italia in venti anni (1974-1996) sono avvenuti 125 omicidi attribuibili a serial killer a fronte di più di 22.000 omicidi singoli, avvenuti per varie motivazioni.

Nelle investigazioni sugli omicidi il numero dei casi irrisolti è inoltre elevato e si attesta nel mondo su una percentuale variabile (diversa per anno e area geografica) dal 40% al 60% dei crimini avvenuti e tale situazione stimola la concentrazione di attività di ricerca criminologica mirata sul fenomeno.

 
 
 
 

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