Cuffia e microfono

SE LA TRIBUNA STAMPA E' UN INFERNO


Brescia. Ho voluto far passare un paio di giorni perchè avevo bisogno di riordinare le idee, anche se ho ben presente quello che mi è successo sabato pomeriggio nella tribuna stampa di Avellino. E sono state scene che fanno male. Al calcio, al mondo giornalistico e alla civiltà in generale. Strani personaggi. Che in quella tribuna stampa ci fosse qualcosa di "strano" me n'ero già accorto nella partita del 1 giugno scorso, quando però Avellino e Brescia non si giocavano praticamente nulla. Ad entrambe andava bene il pari: ai biancoverdi per chiudere quart'ultimi e sperare nel ripescaggio (come in effetti è stato) e agli azzurri per chiudere quinti e non sesti in vista dei play off. Il clima era tranquillo, ma già quel giorno avevo visto che in un posto dove dovrebbero entrare solo professionisti del settore c'erano personaggi che urlavano, inveivano, s'agitivano. E che del giornalista non avevano proprio nulla. Urla e insulti. Sabato dopo pochi minuti il clima nella tribuna stampa del "Partenio" era già irrespirabile. Il gol a freddo di Caracciolo ha surriscaldato gli animi di certi "personaggi". Ho visto e sentito urla, insulti, pugni sul tavolo e sulle vetrate. Per fortuna durante la mia radiocronaca uso delle cuffie che mi estraniano dal mondo, ma certe parole le captavo comunque e soprattutto entravano nel microfono disturbando il mio racconto. Si noti che la tribuna stampa è al chiuso, in teoria protetta da "inserimenti" dei tifosi. Ma non basta quando vicino a te c'è gente che sta dove non dovrebbe e soprattutto non sa comportarsi. Ogni azione c'era un urlo, una parolaccia, un'imprecazione. Contro tutti. Contro il Brescia reo di "difendere il gol di vantaggio", contro Dondarini reo di "fischiare contro l'Avellino", persino contro alcuni giocatori di casa rei di "non metterci la giusta cattiveria" e infine verso noi giornalisti bresciani. Rei di... essere bresciani. E di aver detto: "Il Brescia non può perdere due punti dopo una partita così". Cuffia e microfono strappati. Capito l'aria che tirava e le intimidazioni che volavano ho preferito tenere un basso profilo nel raccontare il match. Ma non è bastato. Al pareggio dell'Avellino uno strano signore che sedeva al mio fianco mi ha strappato la cuffia e si è impossessato del microfono urlando: "Goooolllll" e poi aggiungendo parole poco carine (eufemismo). A lui se ne sono aggiunti un altro paio. Non ho reagito, anche perchè ero in diretta e il mio compito doveva essere quello di portare prima di tutto a termine il mio lavoro. Anche se le condizioni erano oggettivamente improponibili. Non c'erano carabinieri in tribuna stampa, solo due signori che indossavano una divisa simila a quella dei vigili del fuoco. Ovviamente non sono intervenuti. Un paio di colleghi bresciani hanno fatto presente che non ci si comporta così e per poco non hanno subito una vera e propria aggressione fisica. Le frasi più ripetibili sono state: "Ma che c... d'informazione fate a Brescia? Dovete dire che meritava di vincere l'Avellino mica il Brescia...".Solidarietà. Aggiungo volentieri che abbiamo poi incassato la solidarietà di qualche giornalista avellinese (non è giusto fare di tutta erba un fascio) e li ringrazio a dimostrazione che i cretini e le brave persone ci sono ovunque. Mi resta un inquietante interrogativo: siamo proprio sicuri che l'ingresso allo stadio di Avellino doveva essere vietato ai tifosi del Brescia e non invece a qualche pseudo giornalista? A volte i facinorosi sono da altre parti rispetto a dove, invece, li si vuole individuare per forza di cose...    CrisTrovate l'articolo anche sul sito www.bresciaingol.com dove ci sono interviste, news e commenti sul Brescia e sul Lumezzane.