Criticando

Post N° 12


 Stephen KingCose preziose  
King che parla del Male. Non è una novità. King ne parla sempre, attraverso personaggi reali e fittizi, brividi, inquietudini che ci riportano verso qualcosa di inafferrabile perché ci trascende. Ma questa volta la trascendenza non c’entra sul serio. Il volto del Male è immanente, reale, tangibile. Perché innanzi tutto si manifesta nell’assurdità del dolore fisico, che aleggia come uno moscone fastidioso in tutta la narrazione,e poi nella debolezza che muove le ragioni, le azioni di tutti i personaggi. La trama è semplice, a tratti ridondante e non è il punto di forza del romanzo. I personaggi sono molti, tutti raccolti sotto il comun denominatore di una debolezza molto umana. Le loro storie si intrecciano, si scontrano, ci fanno pena, tenerezza, sgomento. Dalla curiosità infantile, si sviluppa un incontrollabile meccanismo di morte, che porterà un intero paese sull'orlo dell'autodistruzione. Se leggendo sentirete quella strana sensazione alla bocca dello stomaco, non preoccupatevi. Con King è più che normale.