Criticando

Post


Stanley Kubrick Eyes Wide Shut L’ultimo film di Kubrick, ci immerge fin dalla prime immagini, in un’atmosfera cupa e claustrofobica dove l’amore stesso, che pure è il grande protagonista, viene immortalato nelle parole che Nicole Kidman confida al marito: “...ti amavo, di un amore tenero, ma triste”. Tutta la storia in se stessa, è tenera e triste. Fa tenerezza il modo in cui lui cerca di tradire lei, senza riuscirci. Fa tenerezza il modo in cui lei sogna un tradimento reale, che ha il solo effetto di terrorizzarla a morte, sotto forma di incubi. Lo sfondo della vicenza è una New York di fine millennio, povera dentro, lussuosa e annoiata, alla ricerca di una spiritualità paganeggiante. Uno sforzo notevole per i protagonisti chiamati a cimentarsi, forse, con i ruoli più importanti della loro carriera. Un film che non va visto una volta solamente, perché può essere apprezzato solo se “gustato”, fotogramma per fotogramma: la festa, la rivelazione, la casa del lutto, lo hieros gamos, il sacrificio. Questo, e concludo, è un film fastidiosamente triste, perchè parla d’amore spaventato, insensato, rifiutato, ma ancora tangibile. Un amore violentato dalla perdita di senso, propria dell’età del nichilismo in cui siamo chiamati a vivere.