Criticando

Post N° 14


Elfriede JelinekLa Pianista 
Premio Nobel per la letteratura nel 2004, Jelinek Elfriede è una scrittrice asciutta, secca, essenziale, pur manifestando una grande abilità nell’uso degli aggettivi. Questo romanzo ambientato a Vienna è considerato il suo capolavoro, perché in esso si sviluppano pienamente elementi concettuali prima solamente abbozzati. La storia è semplice, i personaggi solo tre: Erika, sua Madre, l'Allievo. Erika vive con la madre. Erika non ha una vita sua. Erika non si ribella, è soggiogata, schiacciata, offesa, umiliata in ogni momento dalla Madre. Ma Erika non ha la forza. Non ha la voglia di ribellarsi. E poi, perché ribellarsi se non c’è una finalità, uno scopo, un significato? La vita di Erika scivola così, non manca lo scontro con la madre, ma si tratta sempre di uno scontro fasullo, impulsivo, una sorta di masturbazione a due. Erika ha 40 anni. Non ha una sua camera, divide il lettone con la Madre. Non ci sono incesti fisici, solo mentali. Erika viene ricattata dalla madre se osa comprarsi anche solo un vestito. La Jelinek ci regala, così, pagine di sublime introspezione psicologica dove Madre e Figlia vivono imprigionate in un rapporto esclusivo, fatto del solito film serale, delle solite cene, del solito letto. Ma Erika non è una brava ragazza. Erika frequenta i cinema pornografici. Scappa nel Prater di notte per vedere, per sentire...Il Sesso la incuriosisce, la attrae, ma solo come spettatrice di qualcosa che percepisce come robotico, meccanico, glaciale. Fino a quando, un giorno, Erika, che è insegnante di pianoforte, scopre l'amore nel volto di un suo Allievo più giovane. E con lui intreccia una relazione dove la masturbazione mentale a due, con la Madre, cede il passo ad una sessualità vissuta unicamente sotto forma di sesso orale nauseante, stressante, che si svolge in situazioni umilianti, come bagni pubblici e ripostigli delle scope, mai ricambiato e che ha il solo effetto di farla vomitare. L'Allievo usa Erika per divertirsi. Inizialmente. Poi comincia a spaventarsi. Di Erika, di sua Madre. La situazione sfugge di mano. Fino all’epilogo finale.