CUBA Y CUBA

Post N° 9


L'Ecuador non pagherà il debito estero illegittimo e fraudolento  Dopo Chavez il presidente Correa fa una scelta storica per la sovranità dei Paesi latino-americaniCome spesso accade per le notizie che riguardano l'America Latina ed in particolare i Paesi che con governi socialisti e di sinistra cercano di ribadire la propria sovranità politica ed economica politica ed economica, la decisione presa dal governo ecuadoriano non ha ricevuto attenzione ed è stata quasi ignorata dai media.L'agenzia Argenpress annuncia che se il 20 novembre è conosciuto come il giorno della sovranità in Argentina, forse ora lo sarà in Ecuador, perché il suo presidente, Rafael Correa, ha deciso di non pagare un debito estero illegittimo.In realtà, già da un anno e quattro mesi Correa ha costituito la Commissione di controllo per la gestione integrata del credito pubblico, CAICP, che ha esaminato l'intricato quadro del debito. La commissione è presieduta da Ricardo Patino, che l'anno scorso è stato ministro dell'economia ed è composta anche da consulenti esterni argentini.Il 20 novembre scorso, i membri del CAICP hanno consegnato nelle mani del capo dello Stato le conclusioni della loro inchiesta, in seguito le 19 cartelle da 30.000 pagine sono state portate al Centro internazionale di studi superiori della comunicazione per l'America Latina, il CIESPAL.Secondo questi dati, tra il 1982 e il 2000 il Paese ha pagato per il debito 76.000 milioni di dollari fra capitale ed interessi , di questi solo 66.000 milioni sono stati sborsati per il capitale. Per spiegare la differenza, gli studiosi dichiararono che si erano pagati interessi da usurai, debiti prescritti, rifinanziamenti rovinosi, e così via. Come per altri Paesi latino-americani, tali manovre sono state portate avanti da presidenti, ministri dell'Economia, autorità bancarie dentro e fuori il Paese, dagli organi di amministrazione della Banca mondiale e del Fondo monetario internazionale, guidati dal Dipartimento del Tesoro.Alcune presidenze come quelle di Febres Cordero, Sixto Duran e Jamil Mahuad sono le più sospettate. Ma non sembra che ciò preoccupi Corre nel momento che chiede che ci siano delle indagini e delle azioni penali. «Cercheremo non solo di punire i responsabili, ma di non pagare il debito estero che è illegittimo, illegale e corrotto. Il suo peso deve essere diviso in parti uguali fra i responsabili dell'acquisizione di titoli spuri, di ricatti e tradimenti», ha detto il presidente in carica del CIESPAL.Anche se questo termine è stato spesso usato per atti che non hanno questa dimensione, va detto che l'atteggiamento di Correa rappresenta un "evento storico". E' la prima volta che un presidente chiede la revisione contabile del debito e dice che pagherà solo ciò che è legale. E' a partire dagli incontri del 1985 fra i Paesi dell'America Latina e dei Caraibi, promossi da Fidel Castro, che si attendeva una decisione di questo tipo. Molti presidenti di diversi Paesi si sono vantati del fatto che il debito è fosse un'ipoteca ed hanno fatto promesse, ma al momento della verità hanno pagato questo conto fraudolento con le risorse sottratte ai loro popoli.Bisognerà vedere se Correa porterà a termine il piano di indagare e perseguire i responsabili politici e finanziari delle operazioni che tanto hanno pregiudicato il suo paese. Dovrà affrontare la banche internazionali coinvolte con i rifinanziamenti e l'emissione dei famigerati Ecuador's Global Bonds per il 2012, 2015 e 2030. Questo è noto agli argentini perché da ciò si elabora l'indice di "rischio Paese".E' decisamente possibile che il presidente mantenga questa posizione di fronte ai banchieri esteri. Già nel mese di aprile 2007 decise di espellere il rappresentante della Banca mondiale, il brasiliano Eduardo Somensatto. E prima di lui aveva troncato rapporto con l'FMI e disposto che la Petroecuador denunciasse la Occidental Petroleum (Oxy) per i disastri prodotti nelle perforazioni nella regione andina.Con questi precedenti e l'annuncio di non pagare il debito illegittimo, che ha raggiunto 4.000 milioni di dollari, con un aumento del 30% del totale, si può dedurre che ci sono alte probabilità che Correa mantenga la sua parola.