La Pantegana di Riviera Ruzzante

Post n°19 pubblicato il 01 Maggio 2008 da partytime1980
 

Passegiando lungo la riviera a Padova,Maria mi chiede:

Rosa cos'è quell'animale enorme lì?Un Procione?

Io rispondo scappando dall'altra parte della strada:

Ma qualu procion!!!Chell è na pantegana,che se ci morde schiattiamo all'istante!!!!!

Ora abbiamo fatto la foto ma nn abbiamo capito cos'è?

Procione o topolone?

Rispondete numerosi................

 
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Padova o Milano

Post n°18 pubblicato il 16 Aprile 2008 da partytime1980
 

Ciao a tutti.....................

Dal 17/03 lavoro in ospedale a Padova, reparto Anestesia e Rianimazione....

Ambiente extra strong ma pieno di soddisfazione........

I colleghi sono stupendi, il lavoro e tanto ma quando ricevi il sorriso dei pazienti non senti la fatica,potresti alzare un palazzo...............

Domani è un mese che sono lì,sono felice...................ma il contratto scade a Settembre............

Oggi mi chiama Milano e mi offre un contratto di 8+8 con possibilità di tempo indeterminato,nooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo!!!!!!!!

che faccio,come faccio.....................mi dispiace un casino lasciare qui, ma poi li il contratto è più lungo e poi ci sono i miei parenti.......................com'è difficile decidere.......................non so che fare e non ho tempo per pensare..................devo rispondere entro domani.......................aiuto......................................

  • sos.....................sos.....................sos.......................
 
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La storia di Gamberino

Post n°17 pubblicato il 06 Febbraio 2008 da partytime1980
 

C'era una volta un ragazzino di nome Gamberino,

un pò discolo e conosciuto in tutto il suo paesino.

Un giorno fu interrogato dalla gente del paesino che gli chiesero:

Gamberino!

Hai rubato tu le galline di Madama Rinò?

E Gamberino rispose semplicemente: No!

 
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Mitico Shrek

Post n°16 pubblicato il 01 Febbraio 2008 da partytime1980
 
Foto di partytime1980

Ho visto tutti e tre i film di shrek, uno più bello dell'altro.

Quest'orco tanto denigrato che non temendo la cattiveria degli uomini diventa un eroe.

Un esempio per molti!!!!!!!

Questa serie è sicuramente destinata a diventare un evergreen anche per i jingle.

Nel primo e nel secondo shrek c'erano I'm a beliver, alleluja

nel terzo invece that's what friends are for (bellessima anche se per pochi secondi)..........

un consiglio: gustate il film seduti sul divano con le luci soffuse ed in compagnia di pochi amici.

Fatemi sapere com'è andata......................ciao

 
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S.Ciro

Post n°15 pubblicato il 31 Gennaio 2008 da partytime1980
 
Foto di partytime1980

San Ciro è  uno dei santi piu' venerati in campania, e' patrono delle città di Portici e di Vico Equense.   Nell'epoca in cui visse il cristianesimo  cominciava a diffondersi e a poco a poco,  coloro che gli si avvicinavano vivevano con fervore  la loro fede ed  affrontavano ogni genere di difficoltà e, se era necessario, difendevano col sangue il proprio credo. I Martiri erano gli eroi della Chiesa primitiva, e i loro corpi venivano gelosamente custoditi e venerati.

S.Ciro conforta i cristiani prossimi al martirio

San Ciro era nato e viveva ad Alessandria d'Egitto, allora una delle città più importanti dell'antichità, centro culturale e  fiorente, perché, posta tra l'oriente e l'occidente, attirava uomini di tutte le razze. Era ricca di mercati, musei, monumenti, centri di studio. Famosa era la sua Biblioteca, prima che venisse distrutta dagli arabi. Alessandria d'Egitto nulla aveva da invidiare alle grandi città del tempo, compresa Roma. Celebre era pure la scuola di Medicina, dove aveva studiato anche Galeno.

Sappiamo dalla tradizione che S.Ciro era un medico valente che - come dice S.Sofronio - dirigeva quello che ora noi chiamiamo un ambulatorio, dove venivano curati soprattutto i poveri.

Praticando l'arte della medicina si guadagnò l'appellativo di medico anargiro, cioè senza argento. Era infatti sua abitudine prestare le proprie cure a tutti, soprattutto ai poveri, ai quali non veniva chiesta alcuna ricompensa in cambio.
In quel tempo ad Alessandria, oltre i medici, pullulavano astrologi, maghi e indovini, che spesso causavano disordini e rivolte. L'imperatore Diocleziano, che da poco aveva sedato la rivolta di Achilleo VIII, non poteva tollerare questi ciarlatani, e presto cominciò a perseguitarli, distinguendo poco tra medici e maghi. S.Ciro fu costretto quindi a lasciare la città e si ritirò in Arabia, a est del fiume Nilo.

Nella solitudine poté dedicarsi totalmente alla preghiera e alla meditazione, dando origine a quella forma di vita monastica di cui, in seguito, S.Antonio Abate sarà considerato il fondatore.
Giovanni, nato ad Edessa fu il suo primo discepolo, un ex soldato, cheaveva militatonell'esercito romane e che convertitosi alla fede cristiana aveva poi lasciato.Con  S.Ciro per quattro anni, si  dedicò anche lui alla preghiera e alla meditazione, e quando il maestro decise di tornare ad Alessandria lo seguì.

La persecuzione di Diocleziano contro i cristiani imperversava  e anche nelle cittadine vicine c'erano carcerazioni, minacce e condanne a morte, cosi'  S.Ciro  tornò per sostenere i cristiani minacciati e imprigionati, e con Giovanni si fermò a Canòpo, località distante una ventina di chilometri da Alessandria,  per sostenere nella fede Atanasia e le sue tre figlie, Eudossia, Teodota e Teotiste che erano state catturate dai soldati romani..

Qui subirono le stesse terribili torture riservate ai cristiani in questi casi: vennero bastonati, bruciati con fiaccole e, per straziarli dal dolore, le loro carni piagate furono cosparse di aceto e sale.
La tradizione della Dimostranza tramanda che San Ciro sia stato immerso nella pece bollente e che, essendo sopravvissuto a questo supplizio, sia stato decapitato. Il martirio avvenne il 31 gennaio 303

Era il 31 gennaio del 303 (o 312, come alcuni storici sostengono). I cristiani raccolsero i corpi dei martiri e - come ci assicura S.Onofrio - li seppellirono in una basilica eretta in onore di S.Marco.
Intanto la devozione per i santi Ciro e il suo compagno Giovanni si estendeva sempre più, e da ogni parte si correva al loro sepolcro. Quando poi gli arabi occuparono l'Egitto, verso la metà del VII secolo, non si sa bene cosa successe, ma poiché vicino a Canòpo era sorto un villaggio chiamato Aboukir, si pensa che tale nome provenga da Abba Kyr, cioè “Padre Ciro”, essendo il Martire ritenuto da tutti un vero padre.

 S.Ciro

Dall'Egitto le spoglie dei martiri furono portate a Roma, e quando i gesuiti costruirono a Napoli la chiesa del Gesù Nuovo, le reliquie dei corpi dei santi Ciro e Giovanni furono traslate in questa città insieme ai resti di altri santi martiri. Ma i santi Ciro e Giovanni erano già venerati a Napoli dai gruppi di origine egiziana, che da secoli operavano in città.

Verso il 1675 giunse a Napoli, nella residenza dei gesuiti, S.Francesco de Geronimo, che nella sua predicazione mise di nuovo in auge il culto dei santi martiri Ciro e Giovanni. Ne chiuse alcune reliquie in una teca d'argento, e nelle predicazioni e missioni popolari se ne serviva per benedire e segnare gli ammalati. Gli effetti furono strabilianti: si ottenevano guarigioni di ogni genere e anche gli animali e i raccolti ne beneficiavano.

Da ogni parte grandi folle - come narrano le cronache del tempo - accorrevano alla chiesa del Gesù Nuovo per venerare il corpo di San Ciro. L'11 maggio del 1716  S.Francesco de Geronimo morì, ma la devozione a S.Ciro si era ormai radicata nel popolo, e proseguì anche quando i gesuiti furono costretti per lunghi periodi a lasciare Napoli.

La festa dei due martiri egiziani Ciro e Giovanni si celebra ancora adesso ogni 31 gennaio, con grande affluenza di fedeli, ma nel corso dell'anno ogni giovedì è dedicato, nella chiesa del Gesù Nuovo, alla loro memoria.

 
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