Thailandia: il neo-premier invita alla “concordia”, ma resta lo scontro politicodi Weena KowitwanijIl
primo ministro Somchai ha giurato di fronte al re e promette di
lavorare con “onestà, perseveranza e moralità” per il bene del Paese.
Continua la protesta dell’opposizione che occupa gli uffici governativi
della capitale e rifiuta la nomina di un esponente del People’s Power
Party.
Bangkok
(AsiaNews) – Il neo premier thailandese Somchai Wongsawat intende
promuovere un dialogo con gli esponenti dell’Alleanza popolare per la
democrazia (Pad), nel tentativo di porre fine alla lunga protesta del
partito di opposizione che da quattro mesi ha occupato le sedi
governative.
Ieri il Primo ministro, famoso per il carattere mite e il tono
conciliatore, ha ottenuto l’incarico dalle mani del re Bhumibol
Adulyadej, prestando giuramento alle istituzioni e alla monarchia
thailandese. Nel corso della cerimonia egli ha sottolineato, in linea
con la sua personalità, di voler governare con “onestà, perseveranza e
moralità”. Pur non nascondendo i disaccordi con il Pad e i problemi
attraversati dal Paese, il premier chiede che sia avviato un “dialogo
fondato sul rispetto reciproco e la solidarietà”, per restituire alla
nazione un clima di “riconciliazione”. “Abbiamo bisogno del perdono
reciproco – avverte Somchai – e dell’aiuto generoso di tutti. Vi sono
molti problemi da affrontare. Per questo la mia azione sarà incentrata
sul benessere e lo sviluppo di tutto il Paese”. In conclusione egli ha
poi aggiunto che “se non si camminerà tutti insieme fianco a fianco”
sarà difficile risolvere i problemi: “Il governo ha il compito di
amministrare la nazione – ricorda il premier – ma è dovere di tutti i
thailandesi lavorare per l’unità e l’assistenza reciproca”.
Ora la parola passa ai leader del Pad, che dovranno decidere se
proseguire nel muro contro muro con il partito di governo oppure
scendere a patti, mostrando un tono più conciliante. Le
contrapposizioni di queste settimane hanno causato la fuga di diversi
investitori stranieri, un prolungamento dello scontro non potrebbe che
aggravare la crisi. Nelle scorse ore è intercorsa una telefonata tra il
neo-premier e il capo del Pad, Sondhi Limthongkul, il cui
contenuto non è stato diffuso ma pare che resti il veto verso un capo
di governo nominato fra le fila del People’s Power Party.
I più ottimisti auspicano che il Pad riporti lo scontro politico
nell’alveo parlamentare ponendo fine all’occupazione degli uffici
governativi, dia il tempo necessario al premier Somchai di impostare le
linee guida del Paese e illustrino nel dettaglio una proposta in base
alla quale intendono “migliorare la politica nazionale”, chiamata
“Prachapiwat”. Essa consiste nel dare vita a un Parlamento in cui i
rappresentanti vengono scelti al 30% dagli elettori, mentre il
rimanente 70% è nominato direttamente dai partiti. Una proposta che,
secondo una larga fetta del Paese, sarebbe “in contrasto” con i dettami
costituzionali.