Cuorerock

SU CL


Se ne dicono tante, su CL (per chi non lo sapesse,Comunione e Liberazione). Si dice che e' una setta, che le persone al suo interno appartengono alla buona borghesia ricca, vanno a messa tutti i giorni, sono piene di se', bigotte da fare schifo e non scopano mai (quando lo fanno e' rigorosamente dopo il matrimonio, per non contravvenire agli insegnamenti di Santa Madre Chiesa). Si dice che non sanno come divertirsi, che sono gente con i paraocchi, che non sanno vedere al di la' del proprio naso e che non accettano chi non la pensa come loro. Direi che il termine esatto per la percezione che si ha di loro e' "oscurantisti". Si', ecco. Direi oscurantisti. Se ne dicono tante. Ma tante davvero. E in alcuni casi le voci che circolano sono vere, lo dico per esperienza diretta. Io con CL ci ho litigato. Mi sono incazzato con molte delle persone che frequentano quell'ambiente. Mi sono sdegnato alla vista di una certa ipocrisia. E in una certa misura mi sono sentito imprigionato da tante regole, da quest'ottica fortemente condizionata dal cattolicesimo e a volte fortemente campanilistica. Essendo un cane sciolto e una persona abituata a pensare con la sua testa, ponendomi dubbi e domande di continuo, non ho mai potuto digerire certi comportamenti che mi puzzavano di preconfezionato lontano un miglio. Percio' ho fatto il mio bel percorso da ribelle, con tanto di capelli lunghi, rock band e distacco da un certo mondo che sentivo non mi apparteneva piu'. Pero'...pero' c'e' un gesto a cui non ho mai mancato di partecipare fino a quando non mi sono trasferito a Londra. Un gesto che mi ha fatto sempre ricordare che CL non e' fatta da Torquemada e da vecchie bigotte che passano 24 ore al giorno inginocchiate davanti all'altare, sbattendosene altamente dei problemi della vita reale. Un gesto che mi ha aiutato a non dimenticare che non devi per forza andare in Brasile dai meninhos da rua o in Niger dai bambini africani per incontrare situazioni di disagio reale e per fare qualcosa di utile. Il Banco Alimentare. Raccogliere generi di prima necessita' per le famiglie povere. E ragazzi, io c'ero. Ci stavo. Mi sono piazzato alle 7.30 del mattino davanti all'ingresso dei supermercati, per chiedere alla gente di dare un po' della loro spesa a chi di fare la spesa non poteva permettersi. E ho sperimentato l'uguaglianza, imballando scatolame, pasta e omogeneizzati con gente piu' grande di me, caricando scatoloni gomito a gomito con banchieri, impiegati, disoccupati e studenti - tutti intirizziti, infreddoliti, sorridenti e con la morte nel cuore quando qualcuno ci rideva in faccia o passava facendo finta di non vederci. E alla fine abbiamo accumulato cibo. Tanto.Se volevi sapere dove andavano a finire gli alimenti, ti mandavano il bollettino a casa. E non ho mai, vi giuro mai visto nessuno portarsi a casa niente - ovviamente, se scoprivamo di avere ricevuto un salame che scadeva in cinque giorni lo mangiavamo, ma perche' sarebbe scaduto prima di raggiungere le famiglie. Non voglio fare un'apologia di CL. E sicuramente ci sono un sacco di organizzazioni che fanno del bene esattamente come loro. Vorrei solamente, per onesta' intellettuale, fare presente che non sono tutti brutti e cattivi li' dentro. E che non sono sempre cosi' retrogradi e chiusi come si dice. Ma forse e' meglio lasciar parlare l'articolo di Magdi Allam sul Corriere della Sera di oggi - uno che cristiano non e', e tantomeno ciellino o cattolico. A me ha fatto capire come siamo tutti dei poveri cristi, pieni di contraddizioni e d'ipocrisie, ma tutti uomini. E che domani mattina verra' fatto un passo in piu' verso l'integrazione da un movimento di persone che solitamente vengono bollate come estremiste e bigotte. Personalmente, chiamatemi come volete, ma domani mattina vorrei essere li'. Cristiani e musulmani insieme per la Colletta Sabato 26 la Giornata nazionale della Colletta alimentare per le famiglie disagiate. Con volontari cattolici e islamici fianco a fianco L'integrazione degli immigrati musulmani passa anche tramite la compartecipazione all'attività di solidarietà sociale promossa dall'associazionismo cattolico. E' quanto si verificherà domani a Milano in occasione della Giornata nazionale della Colletta alimentare. Con un gruppo di donne egiziane, al fianco dei volontari della Fondazione Banco Alimentare, impegnate nell'opera di raccolta di beni di prima necessità donati dai cittadini all'esterno dei supermercati. Realizzando una comunione di valori comuni all'umanità attraverso la testimonianza e l'impegno personale. Secondo l'Istat sono 2.360.000 le famiglie italiane che vivono in condizioni di povertà relativa, per un totale di 6.786.000 persone, pari all'11,8% della popolazione nazionale. Ebbene nel 2004 il Banco Alimentare ha sfamato ogni giorno 1.211.414 persone, raccogliendo 53.411 tonnellate di generi alimentari e distribuendoli a 7.234 enti caritatevoli convenzionati. Una straordinaria opera di solidarietà resa possibile dall'impegno quotidiano di 717 volontari e di una cinquantina di addetti retribuiti. Quest'anno, nella Giornata nazionale della Colletta alimentare, saranno circa 100 mila i volontari in tutt'Italia che, in prossimità di 5200 supermercati, inviteranno le persone a donare alimenti. Si darà loro il sacchetto della colletta insieme a un volantino indicante i prodotti alimentari da scegliere. Due i testimonial d'eccezione: Paolo Brosio e Giancarlo Fisichella. L'anno scorso circa 4 milioni e mezzo di italiani condivisero l'iniziativa, donando 6.945 tonnellate di cibo per un valore di 22.308.000 euro. In Italia la rete «Banco Alimentare» nacque nel 1989 dall'incontro tra Danilo Fossati, fondatore dell'industria alimentare Star, e don Luigi Giussani, fondatore di Comunione e Liberazione. Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la Sussidiarietà, spiega che Fossati e Giussani «si sono entusiasmati l'uno per l'altro e hanno immaginato che quello potesse rappresentare un gesto di educazione popolare alla condivisione, alla carità, al desiderio di bene per i cristiani e i non cristiani, divenendo esempio di sussidiarietà, cioè di valorizzazione dell'impeto positivo di chiunque, secondo la tradizione della Dottrina sociale della Chiesa». Dal 1999 la Fondazione Banco Alimentare è una Onlus associata alla Compagnia delle Opere. Ebbene dalla solidarietà sociale intesa come educazione popolare, si è arrivati alla sua percezione come veicolo d'integrazione degli immigrati. Grazie alla meritoria opera di un gruppo di volontarie della Società San Vincenzo De Paoli, che hanno avviato dei corsi di formazione alla cultura italiana a beneficio di un gruppo di donne egiziane residenti a Ponte Lambro a Milano. Un percorso attraverso la conoscenza e la visita dei luoghi emblematici delle radici greche, romane e cristiane della storia d'Italia. Soprattutto attraverso l'intreccio di rapporti di amicizia che hanno consentito di veicolare i valori del rispetto dell'altro, della vita, della libertà e della democrazia. Ed è così che domani si ritroveranno unite, donne cattoliche e musulmane, a condividere la straordinaria esperienza della Giornata nazionale della Colletta alimentare. Magdi Allam25 novembre 2005