Penso e scrivo

Quando è te 2° parte


T. lo sapeva che Lui era un uomo estremamente impegnato, il suo lavoro lo assorbiva davvero molto, e il suo lavoro era anche fonte di sostentamento per diverse famiglie e non poteva lasciare senza lavoro nessuno. Il suo lavoro, la sua passione, i suoi dipendenti, erano per lui una seconda famiglia, il loro rapporto era professionale e al contempo familiare, non c’erano screzi, rare erano le discussioni e in ogni caso erano quasi sempre costruttive, persone a confronto, ognuno con il proprio ruolo, ognuno come se fosse l’imprenditore di se stesso, per questo il fatturato era aumentato sempre di più.P. era diventato un personaggio non pubblico ma di rilievo, era riuscito a consolidare dei rapporti importanti con artisti, imprenditori, politici, per queste ragioni e mille altre ancora il suo tempo libero era praticamente inesistente e T. forse non lo aveva ancora capito, non si era nemmeno avvicinata a immaginarlo nonostante quella passione che li univa, nonostante i sogni e i desideri che entrambi avevano, questi venivano interrotti e rimaneva solo sofferenza.  T. non sapeva cosa pensare e non sapeva come comportarsi, era seduta su di una sedia mentre sorseggiava un thè in compagnia della moglie di P.  Nemmeno nei suoi pensieri più reconditi avrebbe mai pensato di trovarsi di fronte alla donna che per lungo tempo aveva invidiato. Lei poteva stare vicino a P., poteva dormire vicino a P. poteva liberamente uscire di casa a cena fuori insieme a Lui, perché erano legittimamente marito e moglie mentre lei, era, sempre e soltanto, un attimo fugace, forse nemmeno, l’illusione di quello che avrebbe potuto essere e non era stato. Invidiava E. nonostante il fatto che P. se ne fosse andato di casa, perché aveva il coraggio di dire che lo amava ancora e lo rispettava ancora nonostante l’assenza di P, e nonostante in rari momenti aveva visto T.  T. era confusa, si domandava come mai quella donna fosse venuta a cercarla, perché adesso, perché adesso che T. aveva perso ogni contatto con P. erano mesi che non si sentivano, erano mesi che non si incontravano, anche fosse stato per un caffè di due minuti.E. notò come T fosse confusa e la invitò a fermarsi a dormire in una della camere dell’appartamento, agevolò la sua permanenza facendole andare a recuperare alcuni capi personali e fornendole il necessario per la cura della persona. T. esitò qualche istante prima di accettare il suo invito. Avrebbe avuto modo di stare con T, avrebbe avuto modo di conoscerla, comprenderla, e chissà forse di invidiarla ancora, o forse semplicemente di esserle amica. T si ritirò nella camera  che le era stata messa a disposizione. La confusione e l’incomprensione di quell’incontro l’aveva davvero frastornata, ci impiegò almeno un paio di ore prima di prendere sonno. I suoi pensieri rivolti a sé, T. e P. non le davano tregua.  Sentiva nel cuore un amore profondo e al contempo iniziava a sentire il dolore che E. forse stava provando