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tecno-governance


Crisi economica, tecno-governance e catastrofe della speranzadi Riccardo TavaniLa politica non ce la fa più, appare come un vecchio arnese arrugginito di fronte all'assalto della tecno finanza, della web economia. Ma anche la vecchia economia, quella fondata sulla tradizionale base strutturale produttiva è ormai non solo in crisi ma bella che andata a rotoli. Bastano pochi click sulla tastiera di un portatile o di uno smart phone, per scatenare un effetto domino in grado di trascinare giù governi uno dietro l'altro. La tecno-governance agisce come un professionista neutro, geometra, idraulico, killer, scassinatore o liquidatore fallimentare che sia. Traccia degli assi in verticale e in orizzontale, stura lo scarico intasato da sterco e schifezze, avvita il silenziatore alla canna di una pistola, fa saltare una cassaforte con il plastico ben piazzato, mette all'incanto l'argenteria. Si può permettere di fare il lavoro sporco con guanti, stivali, tuta “usa e getta” che indossa sopra un impeccabile smoking e parlando perfettamente diverse lingue. La tecno-governance mette la democrazia tra due belle parentesi, una davanti e l'altra di dietro. Sì, proprio di dietro, in nome non del Parlamento o del popolo sovrano, ma della razionalità intrinseca dell'Apparato tecno-scientifico. Ovvero in nome di una nuova forma di religione elettronica, informatica, reticolare, che non chiede più neanche di essere pregata ma solo pre-pagata come la più becera e prosaica delle Pay TV. La tecno-governance non è una stravaganza passeggera del momento ma una tendenza strutturale di fondo del presente. Ma la speranza, il sogno, magari anche l'illusione di prosperità, libertà, felicità che erano il fondamento stesso di quel sistema della politica e del governo che fine faranno? Fine del sogno, catastrofe della speranza, collisione della morbida illusione sulla facciata al plasma della web struttura? Ma può quest'ultima scalzare un fondamento ancora più profondo che è quello alla base stessa della vita? Perché senza speranza, fosse anche onirica e illusoria, la vita o si blocca su stessa e retrocede nell'autodistruzione o esplode in avanti per trovare nuova linfa. Pubblicato su Stampa Critica del 22 novembre 2011