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Greferendum


Il referendum greco, Ulisse e i Tecno-Proci Riccardo Tavani Alla manciata di ore che mancano ormai al greferundum di domenica 5 luglio, il colosso delle scommesse inglesi William Hill si è arreso e non accetta più puntate sulla Grexit, l’uscita della Grecia dalla zona Euro. Mario Draghi, presidente della banca Centrale Europea (BCE) aveva già parlato di inquietante ingresso in “acque inesplorate”, quasi fosse l’oltrepassamento delle mitologiche, spaventose  Colonne d’Ercole. Questo totale oscuramento delle capacità divinatorie nel calcolo delle probabilità economiche, politiche e d’ogni altro tipo, sembra davvero scaraventarci alle origini più arcaiche della civiltà occidentale, anzi oltre, nel caos del magma primordiale, giacché i greci di Omero, dell’Iliade e dell’Odissea, un’arte mantica, ossia delle previsioni, con le loro sacerdotesse e aruspici la possedevano e ben sviluppata. Nella vicenda drammatica che sta vivendo in queste ore tutto il popolo greco, noi torniamo veramente a quella soglia iniziale della civiltà che ha generato l’Europa e noi con essa. Come un novello Ulisse, Alexis Tsipras, con il suo equipaggio governativo, cerca di passare gli scogli perigliosi di Scilla e Cariddi per fare ritorno alla sua metaforica Itaca, ossia alla prima forma di democrazia al mondo, nata nel V secolo a. C., tra le strade, le botteghe, le palestre, gli approdi, gli accasermamenti, le scuole di musica e di filosofia di Atene. Contunua a leggere su STAMPA CRITITCA