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ritmo e memoria

Post n°77 pubblicato il 13 Ottobre 2011 da cineciclista

ritmo e poesia

Ritmo e memoria

di Riccardo Tavani

C'è un aspetto, concernente proprio la memoria, che l'umanità ha spaventosamente dimenticato. Alle origini della nostra civiltà era tutto affidato alla memoria umana viva. La sopravvivenza, il sapere, la cultura erano affidate solo a questa memoria puramente mentale. La scrittura non esisteva ancora come strumento di comunicazione e di registrazione preponderante. La civiltà era prevalentemente orale; la scrittura veniva usata quasi solo per certi atti di valore legislativo. Fino al quinto secolo a. C., tutto veniva tramandato oralmente e a memoria viva. L'Iliade e l'Odissea si tramandavano a voce e, dunque, venivano imparate a memoria mentale viva: contenevano tutto il sapere del tempo, erano una vera e propria enciclopedia universale, vocale e mnemonica insieme. Proprio a causa del legame tra oralità e memoria, non solo le opere epiche venivano concepite in versi, ma anche le prime grandi opere filosofiche e naturalistiche sono composte seguendo una precisa metrica poetica, un ritmo musicale che ne favorisse l'incisione nella memoria. Il ritmo, la scansione metrica favoriscono il ricordo: l'origine della nostra civiltà, della razionalità filosofica possiamo paragonarla alla nostra infanzia quando, proprio attraverso canzoncine e filastrocche, cominciamo ad acquisire a memoria quella sedimentazione di linguaggio e conoscenze che ci permette poi di ragionare. Ma perché c'è questo legame tra scansione metrica e memoria? Il ritmo metrico non è che un aspetto acusticamente più accentuato dello stesso ritmo respiratorio. Nel seguire un andamento metrico, la voce e il respiro procedono insieme, salendo o scendendo, battendo sul punto della sillaba in cui cade l'accento e levando in quello successivo. Battere e levare respiratorio che è legato a un altro ritmo, quello cardiaco con le sue fasi di contrazione del tessuto muscolare (sistole) e rilassamento (diastole). D'altronde che la memoria sia un fatto di cuore lo dice l'etimo stesso del verbo italiano ricordare, che viene dal latino cor, cordis, cuore, mentre l'inglese e il francese dicono direttamente “imparare con il cuore” e non “a memoria”. Ri-cordare, però, contiene in sé e indica anche l'atto del ri-tornare: tornare alla memoria dopo aver dimenticato. Senza il levare dell'oblio non potrebbe esserci neanche il battere della memoria e, battendo, la memoria porta inevitabilmente al levare della dimenticanza. La scansione metrica, ossia vocale, respiratoria e cardiaca non fa, così, che riproporre proprio il ritmo della incisione e della cancellazione mnemonica e, paradossalmente, è proprio questo meccanismo – che ha insita in sé l'ombra altrettanto ritmata dell'oblio – , ad aiutare potentemente la luce della memoria. In realtà non è affatto paradossale, perché la scansione metrica non fa che assegnare all'alternanza tra memoria e dimenticanza un successione più serrata, ravvicinata, che ci permette di tessere insieme, rapidamente, sia il pieno che il vuoto su cui si basa il funzionamento della memoria. Dunque ricordo ritmicamente perché ritmicamente dimentico. Anche queste righe le cavo da un buco nero della memoria dove torneranno, anche nella forma dell'immane voragine elettronica che è oggi il web.

pubblicato su Stampa Critica del 2 ottobre 2011

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Commenti al Post:
Nues.s
Nues.s il 14/10/11 alle 20:42 via WEB
Beh, vedi...io leggo questo scritto. Ma sobbalzo al ritmo cadenzato e non, delle parole scritte in blu.
Ora, l'armonia deve avere un senso, una logica. Ma non so se ci sia senso e logica per davvero. Forse è un caso. Forse lo hai scritto apposta. Forse ti piaceva 'disegnarle' così, le parole e basta. Eppure il messaggio, si accoglie con pienezza tra verso e verso, tra il significato reale o allusivo dato da immagini della memoria. E il respiro. Quanto è vera questa cosa del respiro.. Trovi poi gusto nel saper leggere tra i dettagli e le cose essenziali. Ma ci si arriva gradatamente e attraverso esercizi.
Peccato, davvero peccato non si segua una certa linea parallela nelle scuole. Tutto si perde, tutto si evolve. Persino nella scrittura. E non esiste respiro, il ritmo va a farsi benedire e la memoria vien mano a mano riempita di microchip a comando su portatili. Kappa scritte, a posto delle c, comprese.
 
 
cineciclista
cineciclista il 15/10/11 alle 13:59 via WEB
Nues, le parole in blu sono solo una evidenziazione dei temi del post per chi va di fretta, non ama leggere più di poche righe e non è come te che non solo vai al fondo della lettura ma anche di una possibile comprensione. Tra il ritmo e l’armonia c’è una grande differenza. L’armonia è costituita dal passaggio da un gruppo a un altro di tre note musicali prese insieme, fino a compiere un intero giro, il giro armonico, appunto. Il ritmo, invece, è la frequenza, la velocità con cui si passa da un gruppo all’altro di note, con cui la mano destra, ad es., batte sulla tastiera del pianoforte. La melodia, altresì, è il passaggio da una singola nota all’altra, simile a una vera e propria linea che percorre la mano sinistra sul pianoforte, sullo sfondo della risonanza armonica e della frequenza ritmica. Come puoi capire qui di logica ce n’è pienamente, addirittura di logica matematica e non a caso la scuola di Pitagora studiava e conosceva a fondo la musica e parlava anche di "musica delle sfere".
 
cineciclista
cineciclista il 15/10/11 alle 14:00 via WEB
Io mi riferivo, Nues, però più al ritmo della poesia e del perché quando le civiltà erano prevalentemente orali si ricorresse a questo per ricordare e tramandare i testi fondamentali della loro cultura, come erano l’Iliade e l’Odissea per i Greci antichi. Proprio perché il problema della memoria oggi si va rapidamente evolvendo su uno sfondo storico completamente diverso ho voluto ricordare quale sono i suoi fondamenti vitali, fisiologici, respiratori, cardiaci, utilizzati originariamente dall’uomo. Un origine, però, che è sempre in atto e della quale dunque si deve tenere conto anche di fronte all’aspetto ormai prevalentemente elettronico della memoria che tu giustamente poni (e del quale magari scriverò in un altro post). Grazie Nues della tua attenzione e delle tue considerazioni preziose.
 
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